Rafa Nadal ha sempre impugnato una racchetta Babolat. Nel 2004 il primo telaio progettato per lui, la Aeropro Drive. Poi continui aggiornamenti, con edizioni limitate per il decimo e undicesimo Roland Garros

Le prime apparizioni ai campionati giovanili

Grazie all’infinito archivio digitale di youTube, tanti appassionati hanno potuto vedere un Rafael Nadal ragazzino agli esordi sulla scena del tennis che conta. Il primo video risale ai Campionati giovanili spagnoli nel luglio del 1998, a soli dodici anni contro Antonio Sanchez: un piccolo e scorbutico mancino prova in ogni modo a ribattere i colpi del più esperto e decisamente più alto avversario.

Tra le mani la sua Babolat Soft Drive, così come nelle immagini – più conosciute – della finale del celebre torneo giovanile “Les Petits As” contro Richard Gasquet.

Poco tempo dopo, stimolato dai successi di Carlos Moya con la Pure Drive (sull’onda del Roland Garros 1998) anche il mancino di Manacor ha scelto il modello di punta dell’azienda francese, uno dei telai che hanno segnato la storia delle racchette da tennis. Lo si vede per esempio nella finale del Challenger di Aix En Provence contro Mariano Puerta, ma soprattutto nella conquista del suo primo titolo Atp a Sopot, in Polonia, nel 2004.

«Quando abbiamo capito quanto sarebbe diventato forte, abbiamo deciso di disegnare una nuova racchetta, completamente adattata al suo gioco, ossia una racchetta che favorisse la potenza e la presa degli spin», ha dichiarato molto chiaramente Eric Babolat.

Il primo telaio tutto per Rafa

Così, dopo un lustro di Pure Drive, a fine stagione 2004 è nata Babolat AeroPro Drive (poi diventata Pure Aero), risultato di mesi di studi e progettazione. Un telaio innovativo, distinguibile già a vista per la sua sezione aerodinamica (Aero beam), pensata per favorire la penetrazione nell’aria, in particolare della sezione centrale del telaio, per premiare la velocità del braccio e le rotazioni impresse dal giovane talento spagnolo, incattivite ulteriormente dall’uncino mancino.

A soli 19 anni, nel 2005, Rafa Nadal vince il suo primo Roland Garros, ripetendosi l’anno successivo. Entrambi i tornei li porta a termine con Babolat AeroPro Drive, un telaio customizzato di circa 340 grammi di peso complessivo (318 senza corde) con incordatura Pro Hurricane Tour di calibro spesso (1,35 millimetri) a 25 kg di tensione. In precedenza aveva usato Duralast, un altro monofilo Babolat.

Dopo il primo biennio di successi, Babolat Aeropro Drive cambia esteticamente: si fa più bianca, nella gola (appena sopra il manico) viene inserito il Cortex System per l’assorbimento delle vibrazioni e con questo telaio arrivano, oltre ad altri trionfi parigini, anche il memorabile successo a Wimbledon nel 2008, la prima posizione mondiale e gli Australian Open 2009.

Rpm Blast, la corda che esalta lo spin

In quello stesso anno, nel quartier generale di Lione, il campione spagnolo prova un nuovo tipo di corde, un monofilamento a base di poliestere ad alta densità, con sezione ottagonale e rivestimento in silicone. Un’esplosione (Blast) di spin (Rpm, che sta per giri al minuto). Rpm Blast è la corda nera che da allora viene montata sul telaio del maiorchino (a parte una breve parentesi di cui dopo).

Insieme al nuovo modello di Aeropro Drive, esteticamente più nera della precedente, in Grafite Tungsteno (GT) e con la nuova corda Rafa nel 2010 non solo bissa la doppietta Parigi-Londra ma completa il Career Grand Slam, con la vittoria agli Us Open su Novak Djokovic in quattro set. Nel 2011 e 2012 continua il dominio incontrastato sul rosso di Parigi, ma il momento di svolta nella sua carriera arriva a luglio 2012, quando subisce l’infortunio più grave, la rottura del tendine rotuleo del ginocchio sinistro. Seguono sette mesi di stop.

2013, l’anno della svolta

E’ lo stesso campione a confessare che il 2013 è l’anno emotivamente più importante della sua carriera. Rafa rientra a febbraio e cambia anche qualcosa nel suo attrezzo. La serie di sconfitte per mano di Nole Djokovic (sette finali consecutive da Indian Wells 2011 all’Australian Open 2012) ha spinto Nadal e lo zio a rivedere qualche accorgimento. Profondità da fondo e incisività al servizio, questi gli obiettivi dichiarati; e così vengono aggiunti 3 grammi alla testa della racchetta (con un nastro piombato a ore 12). Nel 2013, dopo il Roland Garros, Rafa porta a casa anche il suo Slam numero 13 a New York, battendo in finale proprio Novak Djokovic. E’ anche l’anno della AeroPro Drive con Active Cortex, un aggiornamento della tecnologia. L’anno successivo, a celebrare la partnership tutta francese tra Roland Garros e Babolat ecco la versione French Open della AeroPro Drive, diversa solo nell’estetica, con strisce rosso mattone a richiamare la terra battuta di Parigi.

Nasce Pure Aero, la “spin machine”

In linea con le altre collezioni della Casa francese – Pure Drive e Pure Strike – il 2015 è l’anno del cambio nome e di racchetta decisamente rivisitata. Pure Aero è una “Spin Machine”; Rafa partecipa attivamente allo sviluppo dei prototipi con i suoi feedback. Il nuovo modello ha caratteristiche geometriche (ovale) e fisiche (peso e bilanciamento) invariate ma prevede una maggiore spaziatura tra le corde favorendo così ulteriormente la resa del topspin, la vera chiave del successo del tennis del mancino spagnolo. Anche l’estetica, come consuetudine, sottolinea le modifiche: aumenta il nero e il Cortex cambia sede, ora collocato in combinazione con i grommet, intorno al piatto. Sul campo si avvertono nettamente le differenze, soprattutto il risultato della spaziatura più ampia tra le corde.

A fine 2015 Nadal tenta anche un cambio di corda, cercando più potenza e spin da Luxilon Big Banger. L’esperimento dura poco, perché nella primavera del 2016 torna a Rpm Blast, sempre in calibro 1,35 mm e a 25 kg di tensione. Siamo all’anno buio della sua carriera, con la sconfitta al primo turno agli Aus Open, il ritiro al Roland Garros e il “salto della siepe” a Wimbledon. Vince l’oro olimpico in doppio a Rio ma dopo la sconfitta agli ottavi a New York contro Pouille chiude in anticipo una stagione più che travagliata.

La decima e altro peso in testa

Il 2017 segna la rinascita: decimo titolo al Roland Garros celebrato da Babolat con una speciale Pure Aero con incise date e trofei parigini. Ma è anche una stagione di cambiamento: a cinque anni di distanza, Rafa aggiunge altri 2 grammi alla testa della sua racchetta.

Nel 2018 è già ora della Pure Aero Undecima! Eric Babolat e la sua azienda preparano un’edizione limitata (solo 11 esemplari): uno speciale packaging contenente un telaio autografato, una bag, 11 matassine Rpm e un voucher per una settimana alla Academy di Manacor in vendita a 11.000 euro. L’incasso è devoluto alla Rafa Nadal Foundation.

Infine il passo verso il presente. Grafica più frizzante e sobria, in linea con le tendenze del mercato, la nuova Pure Aero 2019 è decisamente gialla; maggior stabilità e precisione grazie a fibre di nuovo carbonio inserite nel cuore e uno spessore di gomma viscoelastica collocato a ore 3 e ore 9 per migliorare comfort e assorbimento delle vibrazioni. Per i grommet (passacorde) il sistema è FSI Spin, che prevede più spazio a ore 6 e ore 12, per aumentare la libertà delle corde. La sostanza, nemmeno tanto nascosta, è il ritorno al controllo: una racchetta più completa a tutto campo, meno estrema quanto a potenza e spin, più pastosa.

Alla ripresa degli allenamenti post-Covid sono circolate le immagini di Rafael Nadal, nella sua Academy, con una racchetta con pennellate viola e arancioni. Tante voci si sono subito rincorse, da un prototipo nelle mani del campione a una nuova versione già pronta per il primo Slam utile. Sarà curioso vedere come si presenterà in campo per la stagione sulla terra battuta.

Le abitudini di Rafa

Rafa usa un manico piccolo (misura 2) e monta un (qualcuno dice due) overgrip bianco (Babolat VS), operazione a cui provvede sempre in prima persona. A metà tra scaramanzia e rituale. L’anti-vibrazione è Babolat Custom Damp. Come rivela uno dei tecnici che si occupa dei telai dello spagnolo «non c’è molto da fare sulle sue racchette, al di là delle strisce di piombo». Rispetto ad altri pro, inoltre, Nadal non usa tantissimi telai in una stagione, circa una trentina: «Si fa spedire 6-8 racchette quattro volte l’anno». Altra curiosità: per il particolare modo di impugnare la racchetta con il palmo della mano, Rafa ha bisogno di un periodo di adattamento al manico per trovare il feeling massimo sulla presa; questo è il motivo per cui poi una volta adattatosi, fatica a cambiare il telaio.