Tanti giocatori, dopo l’obbligo di isolamento per i positivi sui due aerei, si sono lamentati della situazione in cui sono stati lasciati

Gli Australian Open sono già nel caos. L’obbligo di quarantena senza possibilità di allenarsi scattato per 47 tennisti, tutti a bordo dei due voli charter da Abu Dhabi e Los Angeles, ha scatenato la polemica del mondo del tennis. Tanti i post pubblicati sui social dai giocatori infuriati per dover stare in stanza per due settimane, ma non sono mancati messaggi di critica anche da parte dei loro colleghi, anche loro contrari alle condizioni differenti tra i partecipanti che si avranno nei prossimi 14 giorni.

“Non ci lamentiamo di essere in quarantena. Ci lamentiamo delle condizioni di allenamento differenti prima di tornei piuttosto importanti” – scrive Belinda Bencic su Twitter, mentre Sorana Cirstea si limita a postare un estratto delle parole di Craig Tiley, CEO di Tennis Australia, il quale diversi mesi fa affermava che, in caso dell’impossibilità di allenarsi durante la quarantena, gli Australian Open non si sarebbero disputati.

Curioso anche il video di Yulia Putintseva, che sui social ha denunciato la presenza di un topo nella sua stanza. “Sono due ore che chiedo di poter cambiare stanza, ma nessuno è venuto ad aiutarmi a causa del problema della quarantena– ha scritto la kazaka. Ma non finisce qui, perché molti giocatori hanno criticato il fatto di non poter aprire le proprie finestre.

“Non sono in uno degli aerei in cui hanno trovato degli infetti, ma mi sembra corretto dire che o si mettono tutti i giocatori in quarantena o si spostano gli Australian Open di una settimana. Due settimane in una stanza d’albergo senza allenamento è qualcosa di folle per quei giocatori” – ha affermato su Twitter Kirsten Flipkens.