Le parole del numero uno al mondo dopo la sconfitta nella finale per il terzo posto con Pablo Carreno Busta e il ritiro dal doppio misto che ha permesso agli australiani Barty e Peers di conquistare la medaglia di bronzo con un walkover

Novak Djokovic torna a casa malconcio e a mani vuote dopo i Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Il numero uno al mondo, dopo la sconfitta subita per mano dallo spagnolo Pablo Carreno Busta, si è ritirato con Nina Stojanovic dal doppio misto consentendo alla coppia australiana formata da Ashleigh Barty e John Peers di vincere la medaglia di bronzo grazie a un walkover. Alla fine di questa spedizione giapponese, Nole è costretto a fare le valigie senza medaglie sul collo e con qualche acciacco fisico che potrebbe condizionarlo in vista dei prossimi appuntamenti.

Mi sono ritirato dal doppio misto per più infortuni, non solo uno – svela Nole -. Spero che questo non mi impedisca di giocare agli US Open. Questa è la terza volta che perdo in una semifinale e per i miei standard ho vinto “solo” una medaglia. C’è sicuramente del rammarico per non aver vinto una medaglia per il mio Paese, sia nel singolare che nel misto. Il livello del mio tennis è calato anche a causa della stanchezza mentale e fisica che ho accumulato in questi giorni. Spero che questi acciacchi fisici non mi creino problemi per gli US Open – prosegue il serbo -. È qualcosa di cui non sono ancora sicuro in questo momento, ma non ho rimpianti. Devi sempre dare tutto per il tuo paese. Pentito? No, non mi pento affatto di essere venuto qui. Tutto accade per un motivo. Ho subito delle sconfitte strazianti e difficili da digerire alle Olimpiadi e nei grandi tornei, ma so che quelle partite di solito mi hanno reso più forte. Cercherò di andare avanti fino a Parigi per cercare di vincere una medaglia per il mio paese. Mi dispiace di aver deluso un po’ di tifosi in Serbia, ma questo è lo sport. Ho dato tutto, ma quello che mi era rimasto nel serbatoio purtroppo non era tanto ha chiosato Djokovic.