L’ex fidanzata di Sascha Zverev, che già alcuni giorni fa aveva lanciato accuse verso il tennista tedesco, ha raccontato nei dettagli la sua storia a “Raquet Mag”
“Ho avuto paura per la mia vita”. Fanno rabbrividire i racconti di Olya Sharypova sulla sua relazione con Alexander Zverev, terminata ormai più di un anno fa. L’ex tennista russa, che già una settimana fa aveva pubblicato su Instagram un post in cui confessava di aver subito atti di violenza da parte del tennista tedesco, ha raccontato l’intera storia ai microfoni di “raquetmag.com”, svelando altri dettagli paurosi del suo passato con Sascha. Mentre quest’ultimo ha affermato nuovamente come quanto affermato dalla sua ex sia falso, si aggiungono nuovi tratti di una storia che diventa sempre più inquietante.
“La prima volta che mi ha litigato è stato a Monaco – ha raccontato Sharypova – . Eravamo nel corridoio e stavamo litigando. Mi ha preso la testa e l’ha sbattuta contro il muro. Sono crollata a terra priva di sensi. Lui si è spaventato così tanto che si è inventato di essere stato aggredito da me. Qualche mese prima, però, avevo già subito violenza psichica. Quando eravamo in vacanza alle Maldive mi ero sentita umiliata da come mi aveva trattato. A volte la violenza che fa più male non è quella fisica. Avevo già letto di persone trattate in questo modo, ma non mi sarei mai aspettata di subire un trattamento del genere”.
Sharypova ha descritto il suo ex anche come “possessivo” e “con manie di controllo”. “Mi faceva sentire in colpa perché uscivo con gli amici. I nostri litigi iniziavano perché lui mi accusava di ignorarlo. Mi ha fatto sentire male con me stessa, mi ha fatto credere che fosse tutta colpa mia e che meritassi le sue violenze fisiche e verbali. Però è arrivato un momento in cui non ce la facevo più. Agli US Open 2019 l’ho mollato, ma temevo per la mia vita“ – spiega l’ex giocatrice.
Sharypova ha parlato anche dell’episodio già raccontato, quando a New York Zverev aveva cercato di soffocarla con un cuscino. Il racconto più spaventoso, però, è quello che riguarda la Laver Cup: “Lui si era reso conto di poter fare quello che voleva perché io ero totalmente depressa. Abbiamo litigato di nuovo e mi ha preso a pugni. Non ho capito niente, ero come morta in quel momento, ho anche cercato di uccidermi”.
“Era difficile iniziare a parlare di questo, ma ora che ho iniziato voglio far sentire la mia voce per dare una speranza ad altre persone che hanno subito queste cose. La vita è una sola e va goduta“ – ha concluso Sharypova.