Grazie a un’affinità sempre più evidente, i due torinesi si candidano per risolvere lo storico problema del doppio dell’Italdavis, già costato tante sconfitte negli ultimi anni. La situazione all’interno della nazionale sembra favorevole: Bolelli e Fognini non giocheranno in eterno, mentre Berrettini e Sinner hanno giustamente altre priorità

Amici e coetanei: l’affiatamento è da coppia vera

Berrettini, Sinner e non solo promettono di garantire l’epoca più felice nella storia del nostro tennis, ma se davvero l’Italia vuole diventare una superpotenza anche nelle competizioni a squadre è necessario provare a risolvere il problema del doppio. Una lacuna storica della nazionale, costata tante sconfitte negli anni recenti e diventata ancora più evidente da quando la riforma ITF-Kosmos ha tagliato gli ultimi due singolari dagli incontri di Coppa Davis, offrendo al doppio un ruolo decisivo. Ultimamente, i più insistenti nel bussare nelle idee di capitan Filippo Volandri sono Lorenzo Sonego e Andrea Vavassori: entrambi torinesi, coetanei e nati ad appena sei giorni di distanza (il 5 maggio del 1995 Andrea, l’11 Lorenzo), e soprattutto capaci di vincere partite sempre più importanti. Come quella di mercoledì notte a Rio de Janeiro contro i colombiani Cabal/Farah: 7-6 5-7 14/12 dopo una battaglia di due ore e mezza e due match-point salvati, di fronte a una delle coppie più forti al mondo, con due titoli Slam in bacheca e un recente passato in testa alla classifica. Un altro segnale del valore dei due 26enni piemontesi, che vincono di tennis e di affinità, e sembrano i più adatti per restituire all’Italia un doppio vero, quello che dall’epoca di Panatta-Bertolucci in avanti è sempre mancato. Ottimi doppisti ci sono stati, come Diego Nargiso o Daniele Bracciali (forse il migliore in assoluto); altri ci sono ancora, vedi Bolelli che con Fognini ha vinto anche uno Slam; ma di coppie azzurre che hanno deciso di dedicarsi con continuità alla disciplina non se ne sono viste. E l’abbiamo pagato caro tante volte.

Per questo, l’impegno e la crescita del duo Vavassori-Sonego piacciono e meritano attenzione anche dall’alto, perché fra Davis e ATP Cup la storia recente insegna che è sempre meglio affidarsi a una coppia rodata e che affronta il doppio con continuità, piuttosto che a due singolaristi (magari più blasonati) prestati alla disciplina nel momento del bisogno. Essere coppia tutto l’anno ha il suo peso, e i due torinesi ci stanno provando già da qualche tempo. Lo specialista Vavassori, cresciuto a pane e serve&volley da papà Davide con le vhs di Pat Rafter, è salito fino al numero 74 del ranking mondiale e dai tornei Challenger è ormai passato stabilmente nel circuito maggiore, mentre Sonego ha deciso di appoggiarne i buoni propositi, impegnandosi quando poteva tranquillamente farne a meno. La sua priorità resta il singolare e sarebbe folle il contrario, visto che è a ridosso dei primi 20 del mondo e punta a entrarci stabilmente quest’anno, ma la scelta di provare a costruire qualcosa anche in doppio gli fa onore. I due, che nel 2020 sfiorarono a sorpresa la semifinale agli Internazionali d’Italia, puntavano a fare coppia fissa già nel 2021, poi dopo aver vinto il loro primo titolo ATP a Cagliari non sono riusciti a rispettare il proposito per ragioni di programmazione. Ma ci stanno riprovando quest’anno, come dimostra la scelta di partire insieme per la tournèe sudamericana, che ha prodotto tre quarti di finale in tre tornei, con la chance di fare altra strada a Rio. Tutti passaggi di una crescita comune che si fa sempre più interessante, e più difficile da ignorare.

Bolelli ha 36 anni: per il futuro servono ricambi

Per la trasferta di Coppa Davis del mese prossimo in Slovacchia il ct azzurro ha deciso di puntare ancora su Simone Bolelli. Una scelta logica visto che il bolognese resta il nostro miglior doppista, lo scorso anno ha sfiorato un posto alle ATP Finals insieme all’argentino Maximo Gonzalez e in questo avvio di stagione ha rispolverato la storica affinità con Fognini, che ha già prodotto una finale ATP e i quarti a Melbourne, dove hanno superato due coppie fortissime come Dodig/Melo e Murray/Soares. Tuttavia, il “Bole” – che è nella top 10 all-time degli azzurri più presenti nei doppi di Davis – ha 36 anni e, anche se l’età media dei doppisti è un tantino più alta, non giocherà in eterno, il che prima o poi renderà necessario individuare qualche nuova soluzione. Considerando che Berrettini non si concentrerà mai sulla disciplina per ovvie ragioni, Sinner idem (ed è anche poco portato), mentre Fognini dopo 15 anni nel Tour e con tre figli a casa non avrà certo intenzione di continuare a girare il mondo solo per giocare il doppio, lo scenario potrebbe presto aprire uno spazio per il duo Sonego/Vavassori, il cui affiatamento è da coppia vera. Sono amici anche lontano dal tennis, si trovano a meraviglia, hanno un atteggiamento in campo che sa creare forte connessione col pubblico, e soprattutto possono crescere ancora tanto, sotto tutti gli aspetti. In primis nella risposta, fondamentale nel doppio, ma anche nell’utilizzo di quegli schemi che diventano davvero efficaci solamente se testati con continuità.

L’approdo in nazionale grazie al doppio sarebbe un’enorme vittoria per Vavassori, che ha iniziato a concentrarsi sulla specialità molto presto, sfruttando una predisposizione naturale al gioco d’attacco. Si è reso conto che il doppio gli permetteva di frequentare palcoscenici altrimenti difficili da raggiungere in singolare, così ha puntato soprattutto su quello, scalando la classifica fino ai primi 100. E non è tutto, perché indirettamente il doppio si è trasformato in un percorso di formazione che gli ha permesso di migliorare a tal punto da riscoprirsi anche un ottimo singolarista, in grado di battere dei top-100 e di raggiungere le qualificazioni dei tornei del Grande Slam. Una storia che con le dovute proporzioni ricorda quella della ceca Barbora Krejcikova, capace prima di raggiungere risultati enormi in doppio, e poi di diventare campionessa Slam e top-3 anche in singolare. Vavassori non guarda così lontano, ma per la nostra nazionale può diventare una pedina importante. In Sonego ha trovato il partner giusto per dimostrarlo, e farsi accompagnare fino alla maglia azzurra.