Jannik torna a competere a distanza di oltre 4 mesi dal ko con Kudla a Indian Wells. Lo fa contro un giocatore che si è ritirato quasi 3 anni fa, tanti punti d’interesse sul banco.
Alti e bassi in avvio di 2020
Non si può chiamare ritorno ufficiale in attesa dell’effettivamente ripartenza del circuito Atp, su cui vertono ancora molti dubbi. Sicuramente lo si può definire un ritorno alla competizione, alla partita vera, con tanto di pubblico e diretta televisiva: Jannik Sinner fa il suo esordio nella giornata di lunedì all’esibizione di Berlino, dove si compete su erba dal 13 al 15 luglio per la prima parte dell’evento denominato bett1 Aces. L’altoatesino è atteso ad un esordio atipico, quello che lo vede opposto a Tommy Haas, cui ritiro fa riferimento a ben 3 anni fa. Il tedesco, protagonista negli scorsi giorni di grandi scambi con lo stesso Jannik, non sembra aver perso il feeling con la racchetta. Che Sinner vinca o perda potrà valere fino a un certo punto; sono le condizioni atletiche e tennistiche del classe 2001 ad essere preda della lente d’ingrandimento.
IL 2020 DI SINNER – Il lockdown comprensibilmente può averci fatto perdere la bussola dei ricordi, almeno in parte. Mai infatti è capitato che i tennisti approcciassero ad un digiuno così lungo, che solitamente è di un paio di mesi scarsi dalla fine all’inizio della nuova stagione. La stagione di Jannik è partita con grandissime aspettative dopo un 2019 che lo ha fatto conoscere al grande pubblico del tennis mondiale. I risultati non hanno però trovato subito conferma. L’esordio ad inizio gennaio è amaro per Sinner, che cede in due set al promettente finlandese Emil Ruusuvuori al Challenger di Bendigo. Poi il ritorno agli Atp, a Canberra dove al primo turno viene sconfitto in tre set e con tanti rimpianti da Benoit Paire, per poi affacciarsi ai suoi primi Australian Open: il giocatore di San Candido strappa il primo sorriso della stagione con Max Purcell, cedendo al round successivo per mano di Marton Fucsovics. Un Sinner nervoso e a tratti poco riconoscibile lo si vede anche al ritorno in Europa, in quel di Montpellier, dove arriva il ko amaro con Mikael Ymer.
A febbraio l’allievo di coach Piatti riesce a invertire la rotta con del tennis magico a Rotterdam: si sbarazza di David Goffin (prima affermazione con un top-10 in carriera) e rischia di eliminare anche Carreno Busta, con cui cede solamente al tie-break decisivo. A Marsiglia, la settimana dopo, esordisce positivamente con Gombos, alzando bandiera bianca con Daniil Medvedev: il russo è in balia dell’azzurro per un set, poi domina i restanti due. Di fatto l’ultimo torneo di Sinner risale ad inizio marzo, quando la trasferta americana gli permette di presenziare solo al Challenger di Indian Wells: negli Usa esce con un pizzico di delusione contro Denis Kudla. Nelle ore successive qualcosa di più grande fermerà il tennis. Ed ora eccoci qua, a distanza di 4 mesi il prodigio tricolore è pronto a ripartire più carico che mai dall’erba di Berlino.
Obiettivi e miglioramenti: parola a Riccardo Piatti
Nel corso della quarantena Riccardo Piatti è intervenuto nella trasmissione ‘Spazio Tennis’ su Sportface.it. Tra i numerosi argomenti toccati, anche e soprattutto quelli legati ai miglioramenti: “Sul campo ha lavorato soprattutto al servizio, sulla rotazione delle spalle – ha rivelato il coach di Jannik -. Lui deve cominciare a variare le rotazioni: con Paire in Nuova Zelanda ha perso il primo turno di servizio del terzo set giocando 6 di prime di servizio, ma tutte uguali nonostante una buona velocità. Con la testa deve cominciare a pensare come un giocatore di servizio. Tutti i giorni gioca un paio di set per capire questo meccanismo. Negli scambi ci siamo concentrati sul back, le variazioni sono importanti. Con Medvedev (partita persa in tre parziali a Marsiglia, ndr) infatti doveva usarlo di più. A rete sta migliorando molto, tecnicamente la volée è molto buona. Da correggere è la difficoltà che trova sulla palla morbida, spesso non sa dove andare. Quando sbaglia la volée c’è più frustrazione in lui rispetto agli altri colpi, ci tiene molto”.
Ad inizio anno il team Sinner si era posto più di qualche traguardo, non tanto in termini di classifica, bensì di esperienza: “L’obiettivo che avevo quest’anno è che lui giocasse tante partite. Se non ci sono io sul posto, parlo con Andrea Volpini (allenatore che lo ha seguito in viaggio per tutto il 2019, ndr) così da avere un metro di discussione. Alcune settimane andava in giro con Dalibor Sirola, o anche con Claudio Zimaglia per continuare il lavoro fisico. Quando Jannik gioca un torneo importante dovrei esserci io, in appuntamenti minori ci saranno preparatori fisici e fisioterapisti”, ha concluso Piatti che ora spera in una ripartenza sprint a Berlino in vista della ripresa ufficiale del circuito.