Jannik è già una grande realtà, sta iniziando a confrontarsi con i mostri sacri del gioco e dimostra maturità e continuità. Per fare un altro salto di qualità servono però più opzioni di gioco. La partita di Djokovic è stata l’occasione per prendere…. appunti
Dei due, uno ha passato la trentina ed è il campione del mondo, l’altro ha vent’anni, gioca tra i primi trenta e studia da top ten. In comune hanno fondamentali tra i più solidi visti negli ultimi anni e non contenti hanno mobilità da formula uno, con tanto di reattività tirata a lucido.
Le analogie finiscono qui giacché anche se a un occhio meno esperto Djokovic e Sinner sembrerebbero giocare a specchio, al momento di mietere punti il serbo suona ancora la grancassa e nella lettura del gioco si ripropone come soggetto unico e irripetibile.
Niente di male perché tra i due passa un’epoca, forse la più incisiva nella storia di questo sport, durante la quale Djokovic ha maturato una visione di gioco che si snocciola come righe di un romanzo: la cosa giusta, dal punto giusto, al momento giusto.
Per cui da parte di Sinner non ci sarebbero recriminazioni da fare per una partita giocata lottando con valore e senza troppe divergenze.
Dico soltanto che l’altoatesino avrà modo, in un futuro già iniziato, di incrociare più volte le armi con i più forti della storia vivendo la possibilità di ereditarne la grandezza ed elaborarne il pensiero rilanciandolo in avanti con qualcosa in più. Nessun match, come quello appena andato in onda a Montecarlo, può avere più valore emblematico nel raccontare di un cambio generazionale in atto. L’ha fatto, ponendo uno dinanzi all’altro il tennis granitico del veterano provato a ogni intemperia contro quello di un giovane in crescita, solido ma ancora in via di completamento.
È su questo aspetto che vorrei attardarmi un attimo. Per dire che a vent’anni mi aspetto un Sinner sicuramente in cerca di vittorie ma soprattutto inventore di soluzioni alternative alla sola spinta da dietro. Cogliere dai match con i più grandi la possibilità di arricchire il bagaglio tecnico con qualche schema in più, magari consumato nei pressi della rete. Quale migliore opportunità per aggiungere frecce all’arco di un confronto costruttivo con i più forti del mondo da cui cogliere il meglio usandolo come trampolino di lancio verso un tennis di più ampie vedute?
Tra l’altro, il Djokovic visto oggi sul centrale del principato, è sembrato perfettamente a suo agio con il gioco del giovane italiano e a un certo punto sembrava camminare sulle acque. Un’occasione unica per inserire qualcosa di diverso mettendo il risultato in seconda battuta.
Chiudo pescando tra le parole dello stesso Sinner; “una volta si vince, un’altra si impara”. Oggi è accaduta la seconda.