Agli ottavi di Wimbledon si affrontano i due under 21 più forti del mondo, con in palio quello scettro che è stato a lungo di Jannik, prima di cambiare padrone. Alcaraz è favorito perché ha più armi e un tennis che sull’erba funziona meglio, ma Sinner è apparso in forma. Sarà il primo assaggio della rivalità Slam del futuro?

Alcaraz favorito da bookmakers e precedenti

La statistica dice che il loro sarà l’ottavo di finale Slam più giovane da Nishikori-Del Potro allo Us Open del 2008, mentre per trovare un match più verde a Wimbledon è necessario riavvolgere il nastro della storia fino al duello Connors-Mitton del 1973. Ma i motivi di interesse attorno alla sfida dei Championships fra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sono tantissimi. Si affrontano i due enfant prodige del Tour, candidati secondo i più a dominare il circuito del futuro, e si giocherà nella Middle Sunday, sacrificata a partire da quest’anno nel nome delle esigenze televisive e dei maggiori introiti, grazie a un miglioramento della manutenzione che permette all’erba di sopportare due settimane di tennis senza bisogno di riposare. Per leggere la sfida danno una mano le quote dei bookmakers: quella di Alcaraz è inferiore all’1.40, quella di Sinner superiore al 3. Significa che secondo i quotisti – che utilizzano un metodo scientifico, ma non sempre impeccabile – Alcaraz è favorito e anche con un discreto vantaggio nei confronti di Jannik, ma non sorprende visto che sui prati ha più soluzioni e già da prima del torneo le agenzie di betting tanto care agli inglesi indicavano lo spagnolo come uno dei quattro principali favoriti. Ha guadagnato un’ulteriore posizione dopo il forfait di Berrettini, ma il prossimo duello resta comunque difficile da leggere, perché l’erba non esalta le caratteristiche di nessuno dei due sfidanti, entrambi piuttosto acerbi sui prati. Quindi sarà una gara a chi saprà adattarsi meglio, sfruttando più che mai servizio e risposta.

Sinner nei giorni scorsi è parso in palla, come se la presenza nel suo team di un uomo di grande esperienza come Darren Cahill stia già dando i frutti sperati. Lo dicono i risultati: prima di Wimbledon sui prati l’altoatesino non aveva mai vinto una sola partita nei circuito maggiore, mentre alla sua seconda apparizione a Church Road ne ha già messe in fila tre diventando il secondo italiano (dopo Matteo Berrettini) a raggiungere la seconda settimana in tutti i quattro tornei del Grande Slam. Vuol dire che impara in fretta, ma lo stesso vale per Alcaraz, che al primo turno ha impiegato cinque set e tanta fatica per battere Jan-Lennard Struff, mentre al terzo ha passeggiato lasciando appena sei game all’altro tedesco Oscar Otte, giocatore dalle caratteristiche simili al connazionale. “Cosa è cambiato fra le due partite? Non lo so, ogni match fa storia a sé”, ha spiegato lui con la sua solita innocenza da 19enne nel paese delle meraviglie, ma evidentemente ha capito in un attimo gli errori e li ha corretti con successo. Jannik è piaciuto in tutti i match vinti, ma, richiamando Alcaraz, ogni partita è diversa e ad attenderlo ce n’è sul serio una completamente diversa dalle precedenti. Perché il Wawrinka battuto al primo turno non è più quel Wawrinka, rispetto a Mikael Ymer l’azzurro è troppo superiore e contro John Isner ha dovuto giocare su due, tre colpi. L’ha fatto alla grande, ma Alcaraz gli proporrà un compito differente. Ci sarà da correre di più, scambiare di più, pensare di più. Non è detto che a Sinner dispiaccia, ma sarà sicuramente più difficile.

In palio lo scettro di miglior under 21 al mondo

A far pendere l’ago della bilancia dalla parte di Alcaraz ci sono anche i due precedenti, entrambi terminati a suo favore. Il 19enne murciano ha vinto nel 2019 nel Challenger dell’accademia di Juan Carlos Ferrero dove è cresciuto, e poi di nuovo lo scorso anno a Parigi-Bercy. Quella è la sfida più indicativa, anche per un punteggio – 7-6 7-5 – che racconta un match equilibrato nel quale lo spagnolo è stato superiore nei momenti decisivi. Ma, come accennato, sull’erba è sempre un’altra storia. Forte anche delle due vittorie precedenti, Alcaraz ha detto davanti ai giornalisti di sapere cosa fare per portare a casa la partita. “Ci conosciamo – ha spiegato –, abbiamo un buon rapporto fuori dal campo e ci siamo allenati insieme un paio di volte. Sarà un duello molto difficile perché lui gioca un tennis incredibile, ma a me piacciono questo tipo di sfide”. Sinner, invece, ha parlato soltanto del loro buon rapporto umano (“che è la cosa più importante”, parole sue) ma non è entrato nei dettagli tecnici del confronto, spiegando solo che in campo l’amicizia viene meno e tutti vogliono vincere. Per riuscirci, l’altoatesino dovrà anche interrompere la sua serie di cinque sconfitte consecutive contro i top-10 negli Slam: vinse la prima al Roland Garros contro Zverev, ma poi ha perso le successive cinque. Il bilancio complessivo, invece, è di 7 vittorie e 17 sconfitte. Non è dei migliori, ma c’è sempre tempo per raddrizzare la situazione, magari a partire da subito.

Salvo miracoli della wild card olandese Tim Van Rijthoven, al quale nell’ultimo mese di capolavori ne sono venuti già a sufficienza, per il vincitore della sfida di domenica ci sarà Novak Djokovic, favoritissimo per conquistare il titolo per la settima volta e portarsi a una sola vittoria da record di Federer. Ma per pensare a “Nole” c’è tempo: prima Jannik e Carlos devono lottare l’uno contro l’altro, con in palio i quarti di finale ma anche il ruolo di miglior under 21 del mondo, che fino a qualche mese fa sembrava saldamente nelle mani di Jannik ma poi ha cambiato padrone. Una vittoria a Wimbledon sarebbe un bel modo per riprendersi lo scettro, con l’augurio che la loro sfida possa diventare un classico Slam degli anni a venire. Possibilmente non all’inizio della seconda settimana, ma alla fine o giù di lì.