La maturità e poi Wimbledon, Simone Tartarini racconta a “IL Tennis Italiano” i piani di Lorenzo Musetti
Raggiunti gli ottavi di finale e sfiorata l’impresa contro Djokovic, Lorenzo Musetti ha messo archivio il primo main draw slam della carriera. Giunto alla seconda settimana dell’Open di Francia, il carrarese è adesso rientrato a Montecarlo e si prepara a raggiungere La Spezia per la ripresa degli allenamenti. Wimbledon è l’obiettivo nel mirino, ma prima sarà obbligatorio il passaggio dalla maturità, tappa che è stata leggermente posticipata e ha cambiato i piani in vista dei Championship. Nessun problema per Lorenzo, tanto meno per il suo coach Simone Tartarini che ci ha raccontato i piani per le prossime settimane. “Dopo Parigi siamo rientrati a casa, Lorenzo adesso è a Montecarlo e sabato 12 giugno mi raggiungerà per la ripresa degli allenamenti. Come tutti sanno, a breve dovrà sostenere l’esame di maturità; ci sono stati dei cambi di programma ma le cose sono andate in maniera semplice: l’esame era programmato per mercoledì 16 giugno, e la scuola ci aveva garantito quella data, ma alla fine il presidente di commissione ha optato per un altro giorno che sarà il 20 o il 21 giugno – la spiegazione di ciò che ha portato allo slittamento dell’esame -. Noi eravamo iscritti a Maiorca convinti di fare l’esame il 16, ma è andata così e non sarà un problema. Ci riposeremo e ci alleneremo”.
Dovendo preparare Wimbledon in Italia, senza poter disputare tornei di preparazione; il problema logistico è sorto spontaneo, ma è stato risolto in tempi brevi. “Vicino al mio circolo, lo Junior Tennis San Benedetto, c’è un campo da calcio comunale e abbiamo avuto il permesso per farci un campo da tennis. L’erba è omogenea nel colore e bella a vedersi, poi naturalmente il rimbalzo non sarà perfetto perché non tutte le zolle saranno uguali, ma è una buona soluzione. Alla fine noi ci adattiamo: i problemi non vanno creati, vanno risolti e noi ci muoviamo di conseguenza”. La soluzione casalinga non era l’unica sul piatto, ma è quella che incontra perfettamente le esigenze del team Musetti: “Mi hanno chiamato da tutta Italia per ospitarci su campi in erba. Alla fine però abbiamo pochi giorni per stare, diciamo tranquilli. Nel mezzo come detto Lorenzo ha la maturità, impegni con gli sponsor ed altre cose. Quindi non mi sembrava utile stare in giro, anche perché viaggiamo tutto l’anno e stare un po’ a casa non può farci male – spiega Tartarini che poi evidenzia un altro problema -. Se fossimo andati da qualche parte poi avremmo anche dovuto cercare lo sparring ed altre persone, quindi alla fine va bene così. Partiremo per Wimbledon mercoledì 23 giugno, arrivando così con qualche giorno d’anticipo. Poi dopo i Championship avremo settimane importanti sulla terra con i tornei di Umago, Bastad e Kitzbühel, quindi anche per questo qualche giorno a casa non ci fa male”. Fissata la data del volo per il Regno Unito, Tartarini ha anche raccontato il retroscena dietro il volo privato offerto da Djokovic: “È successo tutto quando eravamo ancora convinti di dover andare a Maiorca. Ugo Colombini dopo aver parlato con Dodo Artaldi ci ha fatto sapere che Nole ci aveva proposto di viaggiare con un volo privato per evitare le problematiche che comporta al momento un viaggio in Inghilterra. Poche ore dopo però la mamma di Lorenzo ci ha avvisato dello slittamento delle date della maturità, quindi andremo il 23 mattina con il nostro Ryanair”.
“Noi siamo rimasti uguali e speriamo possa essere così per sempre”
Lo status di Musetti cresce torneo dopo torneo, ma in fondo le cose non sono poi così diverse, garantisce Simone: “Le cose succedono piano piano, una persona programma determinate cose, ha dei sogni, degli obiettivi e poi quando questi diventano realtà si adatta. Io e Lorenzo giriamo insieme da quando aveva 14-15 anni, prima lo facevamo per i tornei Tennis Europe, poi per gli ITF e adesso per quelli ATP. Alla fine abbiamo sempre girato tanto, anche per allenarci, perché andavamo tre volte a settimana a Tirrenia, o delle volte andavamo da Mouratoglou prima dell’accordo esclusivo con la Federazione. Naturalmente le aspettative sono aumentate, ma alla fine conta avere pazienza, umiltà e ci si deve sempre divertire – la ricetta di Tartarini -. Lorenzo è sempre stato precoce, quindi c’è sempre state pressioni. Adesso tutto è più grande, ma noi siamo rimasti uguali e la speranza è che possa essere sempre così”.
Le attenzioni esterne portano naturalmente ad un continuo dibattito sulle prestazioni tennistiche di Lorenzo, generando di conseguenza discussioni sugli avvenimenti del campo, ultima quella riguardante il ritiro nel match di Parigi contro Djokovic: “Ormai i commenti esterni lì bypassiamo. Prima magari sentivamo che c’erano commenti su cosa andava bene, cosa male, il confronto con Sinner, la posizione in campo. Ormai però scivolano e non ci pensiamo neanche – le parole di Tartarini che poi entra nel dettaglio di quanto successo nell’ottavo di finale del Roland Garros -. Lorenzo doveva ritirarsi ad inizio quarto set, io stesso al secondo cambio campo del set gliel’ho detto, e lo stesso Nole lo ha notato dicendolo anche poi in conferenza stampa. Nel terzo parziale stava bene, era solo calato dopo due set molto intensi, poi sul 5-1 invece si è fatto male. A Barcellona era successo contro Auger-Aliassime ed era stato un supplizio. In generale il problema sono le contratture ai glutei, dovute non ad un mancato allenamento, ma ad un livello di tennis che stressa la sua struttura fisica che per età biologica non può ancora andare oltre un determinato livello. I fisioterapisti ci hanno detto di fare attenzione perché non è nulla di grave, ma potrebbe essere un problema se si rivelasse qualcosa di costante”. In conclusione Tartarini fa poi un’ulteriore precisazione sul tema fisico: “Questo processo non si può accelerare, ci sono situazioni dove la benzina finisce e non si può fare niente perché l’esperienza ed il vissuto faranno poi la differenza. A Parigi per esempio ha giocato al quinto con Ceck ed altri match lunghi prima e poi con Nole era sopra di due set dopo due ore e mezzo, che per gli standard di Lorenzo è solitamente la durata di un match lungo. La struttura fisica è buona e deve maturare, ma come abbiamo visto con le sette partite di Acapulco seguite da quelle di Miami, non esiste un vero problema in questo senso”.