Dopo aver annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di arruolarsi nei riservisti dell’esercito ucraino per combattere contro l’invasione della Russia, l’ex tennista ucraino Sergiy Stakhovsky, ha parlato in un’intervista rilasciata a La Stampa

Dopo aver annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di arruolarsi nei riservisti dell’esercito ucraino per combattere contro l’invasione della Russia, l’ex tennista ucraino Sergiy Stakhovsky, ha parlato in un’intervista rilasciata a Stefano Semeraro de La Stampa. “Sono vivo, mia moglie e i miei figli sono a Budapest. Mia madre è in Repubblica ceca con mia cognata e i bambini. Qui con me ci sono mio padre e mio fratellospiega Stakhovsky -. Ho mandato la documentazione per arruolarmi due settimane fa, c’erano tante carte da riempire, ma dopo lo scoppio della guerra non servono più”. L’ex numero 31 ATP ha parlato anche del passato e di come si è arrivati a questa situazione: “Per sette anni nessuno ha fatto nulla, quando la Crimea fu annessa nessuno pensava che sarebbe potuta scoppiare una guerra, quindi la colpa è anche del mondo occidentale. Io sono pronto a fare qualsiasi cosa sia necessaria per proteggere il mio paese ed impedire alla Russia di vincere. Se dovrò usare un’arma per difendermi, lo farò. Prima di venire qui ero più pessimista, invece il morale dei miei connazionali è alto e sono ispirato dalla loro voglia di resistere. Non ho esperienza militare, ma questo non mi frena”.

Parlando di Putin, Sergiy ha le idee chiare: Putin odia perdere e dobbiamo prepararci per tempi punti, colpirà in modo ancora più brutale. Però ogni persona è contro di lui e non vedo come possa vincere sul campo. Dovrebbe radere al suolo tutte le città, ma allora sarebbe un genocidio. A Putin purtroppo non interessano le sanzioni”. Parlando di tennis invece l’ex giocatore, ritiratosi ad inizio stagione, ha detto la sua sulle misure prese: “La WTA so che prenderà una posizione l’ATP di solito è più soft. Comunque Medvedev e Rublev sono bravi ragazzi, si sono schierati contro la guerra, altri non lo hanno fatto. Ho ricevuto tanti messaggi, anche da Djokovic, mentre Federer e Nadal hanno preferito il silenzio”.