In un’intervista con Marca, Sara Sorribes Tormo ha parlato del suo processo di recupero dopo l’infortunio subito al piede e dei propri piani futuri
Sara Sorribes Tormo, attualmente numero 77 nella classifica mondiale a 26 anni, tornerà a gareggiare ufficialmente il prossimo 3 aprile, in occasione del WTA 250 di Bogota. Un infortunio allo scafoide del piede destro l’ha costretta a fermarsi alla conclusione del torneo di Parma dello scorso settembree, in un’intervista con MARCA, l’iberica ha parlato del suo processo di recupero e dei propri piani futuri.
“Ho passato molti alti e bassi, ci sono stati giorni buoni e giorni cattivi – ha dichiarato l’ex numero 32 del mondo -, si è proceduti un po’ a tappe. È stato difficile, soprattutto all’inizio, perché ho portato le stampelle e uno stivale al piede per tre mesi. Questo è complicato per una persona che ama lo sport tanto quanto me. Ci sono stati giorni in cui sono entrata in campo, sono anche andata in palestra, ma il processo è stato lungo e complicato”.
Come si è giunti alla necessità di fermarsi per l’operazione? “Ho iniziato ad avvertire disagio durante gli US Open, dopodiché mi sono sottoposta ad alcuni trattamenti e la situazione è migliorata. Prima di andare a Parma ho sentito di nuovo dolore e ho notato una crepa, ma ho continuato a giocare ed è da lì che è peggiorato il problema. Ho sentito la rottura, ho gioco due partite e la frattura è degenerata. La verità è che l’anno scorso è stato difficile: dopo alcuni buoni risultati, sono arrivati due infortuni ed è stato difficile da accettare. Credo di aver imparato molto da tutto quello che mi è successo”.
Infine, un commento su chi, come Naomi Osaka, sceglie di interrompere la propria carriera per dare alla luce un figlio: “Le persone che ritornano dopo il parto hanno tanti meriti, ci mettono un impegno spettacolare. Il tennis aiuta sempre di più affinché le donne possano essere madri e poi tornare a competere. Ci sono maggiori protezioni in termini di classifica. Io non so se lo farei perché al momento non l’ho considerata come possibilità, ma lo capisco perché sei una donna prima di essere un’atleta”.