La romagnola, ormai da anni trapiantata a Valencia, racconta la propria quarantena e le esperienze che l’hanno segnata: “Ho tentato di rialzarmi, ma questi episodi mi hanno cambiato in determinati aspetti”.
I fantasmi del passato e una gestione complicata
Sara Errani è una delle portavoce del tennis femminile che in questi ultimi 20 anni hanno portato ai vertici mondiali un ciclo stellare. Da Francesca Schiavone a Flavia Pennetta, passando per Roberta Vinci con cui ha conquistato tutti i titoli dello Slam in doppio. Di fatto la romagnola è la tennista italiana più vincente di sempre con 36 titoli all’attivo e un best ranking issato il 20 maggio 2013 alla quinta posizione mondiale. Tuttavia non sono mancate la delusioni negli ultimi anni, dalle incertezze dentro al campo alle questioni legate al doping fuori (processo penale archiviato solo qualche mese fa). Adesso Sara si attesta alla centosessantanovesima piazza con il ritorno in un main draw Wta ad Acapulco raggiunto qualche settimana prima dello stop definitivo del circuito: “Quest’anno stavo andando meglio – racconta a Sportface.it in un’intervista in diretta Facebook – riuscivo ad essere più tranquilla in campo. Il fatto di riuscire a dare tutto è il mio obiettivo, senza troppi freni. Voglio divertirmi e stare bene in campo, oltre ad essere ad un livello di competitività alto, come sempre. Scacciare i propri fantasmi è complesso, si può accettare che ci siano ma forse non andranno mai via e si deve imparare a convivere con essi. Si deve essere bravi a saperli gestire, un po’ alla volta, è una questione davvero delicata. Nella situazione in cui sono non è nemmeno facile spiegare cosa siano questi fantasmi, cerco di dimostrare sempre in campo che riesco a combatterli”.
Attualmente a Valencia, città dove si allena da anni, Sara si tiene impegnata tra serie tv e cucina con qualche seduta di allenamento: “Penso di essere cambiata tantissimo – prosegue su quanto avvenuto negli scorsi anni – ho avuto tante esperienze negative che mi hanno lasciato tante cicatrici, questo pesa e si fa sentire. Avevo meno problemi precedentemente, non mi è mai piaciuto essere al centro dell’attenzione, con gli anni tanti episodi mi hanno fato veramente male. Forse sono meno spontanea nelle interviste o in campo, è tutto dovuto alle esperienze vissute. Ho tentato di rialzarmi, ma questi episodi mi hanno cambiato in determinati aspetti. La mia famiglia è stata fondamentale in questa situazione, ma d’altra parte ci sono state cose che ho vissuto in prima persona, da sola, è difficile da dividere la torta con qualcuno in questi casi”.
“Contro Ana Ivanovic la svolta”
Dopo i capitoli del passato, gioie e dolori, Errani stampa un sorriso non indifferente quando ricorda certi momenti. Uno degli exploit della carriera di ‘Sarita’ riguarda senza dubbio il Roland Garros 2012, anno in cui riuscì ha conquistare la finale sia in singolo (persa con Sharapova) che in doppio: “Vincevo tantissime partite – conferma la trentaduenne romagnola – ero in fiducia e le cose mi venivano in automatico: riuscivo a giocare senza pensare troppo. Stavo bene, mi divertivo e giocavo molto, ero in uno stato fisico pazzesco. Il match contro Ana Ivanovic a Parigi (vinto in rimonta per 1-6 7-5 6-3, ndr) è stato quello della svolta, sono riuscita a sbloccarmi”. Poi la menzione doverosa a Lozano, coach spagnolo con cui ha raggiunto traguardi storici: “Pablo ha sempre avuto una fiducia in me immensa, ci credeva tantissimo, mi vedeva fortissima anche se io non mi vedevo così. Allo stesso tempo mi toglieva pressione, giocavo con giocatrici più dotate di me fisicamente e me lo faceva notare, così da spronarmi. Ho raggiunto picchi incredibili in carriera, non mi sono mai considerata così forte da raggiungere e superare certi traguardi“.