Alla fine del primo set del match con il coreano Kwon, il russo ha colpito (per fortuna senza gravi conseguenze) involontariamente uno degli addetti al campo. Davanti ai giornalisti si è scusato facendo il punto a 360° sul suo momento

Andrey Rublev avanza al secondo turno del Roland Garros dopo la vittoria in quattro set (6-7 6-3 6-2 6-4) sul coreano Kwon. Alla fine del primo set il moscovita, apparso piuttosto nervoso, ha perso le staffe e rischiato di far male ad uno degli addetti al campo.

“Nel primo set ho fatto enorme fatica a gestire le emozioni – spiega Rublev in conferenza stampa – ero davvero molto teso. Ho provato a controllare e a capire la situazione. Ad un certo punto ho perso la testa e ovviamente mi dispiace per come mi sono comportato. Davvero, è inaccettabile colpire la palla nel modo in cui l’ho fatto io. Un conto è se mi fossi preso a racchettate, altra cosa è rischiare di fare male a qualcuno. Non sono stato affatto professionale e mi auguro realmente che non accada mai più.

Il numero 7 del mondo torna anche sulla finale vinta a Belgrado con Novak Djokovic. “Certo, è una grande emozione battere il numero 1 davanti al pubblico di casa. C’è anche da dire che Novak stava recuperando la giusta condizione, non era nemmeno all’80% del suo potenziale. Quella settimana aveva disputato solamente partite in tre set, dure e sfiancanti. Era arrivato in finale davvero al limite delle forze e aveva il dovere di provarci fino alla fine anche per tutta quella gente che era lì per lui. Già da Madrid e ancor di più a Roma, è tornato a giocare ad un livello fantastico”.

La questione Wimbledon, ovviamente, è molto calda. “C’era una accordo ed è stato disatteso. Così facendo, cioè togliendo i punti, l’ATP ha voluto dimostrare agli altri tornei che non possono fare ciò che vogliono. Nel tennis si dovrebbe provare a lavorare tutti insieme, giocatori e tornei, per un bene comune. Quando viviamo relazioni tossiche, come in questo momento, possono accadere soltanto cose negative. Da una parte e dall’altra si dovrebbe fare un passo indietro, capirsi ed ascoltare le rispettive esigenze. Sebbene so quanto sia complicato dovremmo cercare di essere il più uniti possibile. Giocatori come Federe, Nadal e Djokovic hanno costruito qualcosa di incredibile negli ultimi anni, dobbiamo cercare di fare il massimo per non distruggerlo”.

Su Tsonga. “C’è tristezza quando un ragazzo come lui dice basta. Da piccolo guardavo molte delle sue partite, aveva un dritto davvero incredibile. Gli auguro tanta felicità e altrettanti momenti indimenticabili con la famiglia e gli amici più cari”.