Le parole del tennista serbo dopo la vittoria ottenuta ai danni di Alejandro Davidovich Fokina, con la quale ha conquistato l’accesso agli ottavi di finale del Roland Garros

Soffrendo nei primi due set e dominando il terzo, Novak Djokovic ha sconfitto Alejandro Davidovich Fokina con il punteggio di 7-6(4) 7-6(5) 6-2 per accedere agli ottavi di finale del Roland Garros, dove affronterà il sorprendente peruviano Juan Pablo Varillas, uscito vittorioso dalla sfida con Hubert Hurkacz.

Le condizioni di gioco sono state estremamente dure per diversi motivi – ha commentato il serbo in conferenza stampa -. Prima di tutto, abbiamo giocato due set in tre ore. L’ultima volta che mi era successo era stato con Nadal. Se avessi perso il secondo set la partita sarebbe durata più di 5 ore“.

Tanti meriti all’avversario: “Eravamo come gatto e topo in ogni punto. Abbiamo continuato a correre da destra a sinistra, avanti e indietro. Alejandro mi ha costretto a lottare su ogni punto. Forse sarebbe stato più giusto se ci fossero stati almeno quattro set, perché ha servito per il primo e ha avuto le sue possibilità nel secondo. Ad un certo punto della partita, ho perso la seconda di servizio e ho commesso tre doppi falli in una partita. Continuavano a succedere cose strane“.

Il rapporto con il pubblico: “Con alti e bassi, come tutta la mia carriera. Mi hanno dato molto supporto durante gli anni in cui ho perso qui in finale o quando non ero neanche lontanamente vicino al titolo. Ho ricevuto molto sostegno in quegli anni e ne sono grato. Ho bei ricordi. Ricevo ancora quel supporto. La maggior parte delle persone viene a vedere il tennis, ma, sai, ci sono gruppi di persone a cui piace fischiare per tutto quello che fai. Lo trovo molto irrispettoso e non lo capisco. Ma è un tuo diritto. Hanno pagato il biglietto e possono fare quello che vogliono. Il 99% delle volte rimango in silenzio, ma ci sono momenti in cui ci sono persone che meritano una risposta“.

Sul medical timeout a fine secondo set: “Non ho tempo per sottolineare tutte gli infortuni che ho. Ci vorrebbe molto. Non vorrei sedermi qui e parlare di queste cose. Come atleta, questo genere di cose devo solo accettarle. A volte hai bisogno dell’aiuto del fisioterapista durante la partita, o di una pillola, o dell’aiuto degli dei e degli angeli, qualunque cosa. Devi solo fare i conti con la realtà. Il mio corpo, oggi, risponde in modo diverso rispetto a anni fa, e non resta che adeguarsi a quello che c’è“.

Sensazioni dopo la vittoria: “Tutti abbiamo dei dubbi. È importante capire quali sono i tuoi punti di forza e concentrarti su di essi. Sono contento di come è il mio gioco. Potrebbe essere meglio? Sì, ma non ho ancora perso un set ed è importante continuare. Nella seconda settimana di uno Slam, le partite si faranno più dure. So di essere ancora capace e di avere il livello di tennis necessario per sfidare i migliori al mondo per il Grande Slam. Sono felice di dove sono e di come sta andando tutto. Non ho un finale chiaro nella mia testa. Finché sarò in grado di continuare così, spingendomi ogni giorno per raggiungere i miei obiettivi, questo mi aiuterà ad alzarmi ogni giorno e a dirmi che sono in grado di farlo. In questo momento è molto più difficile di quando ero più giovane. Quando si imposta un obiettivo, è fondamentale seguirlo ed è più facile procedere settimana per settimana o anche giorno per giorno. So cosa voglio, cosa sto facendo e dove sto andando, conosco i tornei che voglio e dove devo raggiungere il mio massimo livello. Il Roland Garros è uno di questi“.