La vittoria su Martina Trevisan lancia la giovane americana verso la sua prima finale in un Major. “Pace. Fermate la violenza delle armi”, il messaggio scritto sulla telecamera

Cori Gauff è pronta al suo appuntamento con la storia. La 18enne di Delray Beach, che da lunedì sarà almeno numero 13 del mondo (n.8 in caso di vittoria del titolo), sfiderà Iga Swiatek nella finale del Roland Garros. Dopo la vittoria ai danni di Martina Trevisan ha scritto sulla telecamera un forte messaggio di pace, dimostrazione del fatto che nella vita ci sono molte cose che vanno oltre il tennis.

“Quello che ho scritto alla fine del match – le prime parole dell’americana ai giornalisti – è importante come persona nel mondo, indipendentemente dal fatto che io sia un tennista o meno. Abbiamo un problema con le armi, in Europa e negli Stati Uniti. Questo messaggio è per tutti, spero che entri nella testa delle persone e possa cambiare le cose. Non sapevo davvero cosa avrei scritto, nemmeno nel momento in cui camminavo verso la macchina da presa, ma ero decisa nel farlo. Una riforma? A questo punto si, è necessaria. Ho 18 anni adesso, posso votare e vorrei farlo informata e con cognizione di causa. Quando ero ancora più piccola mio padre mi diceva che avrei potuto cambiare il mondo con questa racchetta e mi ha dimostrato di essere molto orgoglioso di me”.

Ora la finale con Iga, l’imbattibile. “Swiatek sta facendo un percorso spettacolare e sento di non avere nulla da perdere, è lei la favorita. Scenderò in campo per dare il meglio di me e farlo nel modo più libero possibile, in una finale Slam può davvero succedere tutto. Le persone che mi amano continueranno a farlo indipendentemente dal fatto che io possa o meno sollevare il trofeo. In caso di vittoria avrò più attenzioni ma da questo punto di vista non sono preoccupata di come cambierà la mia vita. La mia versione di qualche mese fa era pronta a vincere un Grande Slam, ma credo di averlo voluto troppo, di aver messo troppa pressione su di me”.

Prospettive e mentalità, Coco va di corsa. “Presto attenzione alle persone che mi circondano e sento di essere in una bolla al punto da poter pensare solo al tennis. Me ne accorgo parlando con la mia famiglia. Mia nonna dice sempre: ‘Nella vita c’è molto di più di questo. Devi solo rilassarti quando sei là fuori’. Mi è sempre sfuggito. Ora che ci penso sono d’accordo con lei, posso rilassarmi in queste situazioni. È solo una partita di tennis. Non è la fine del mondo. Ci sono tante persone che stanno vivendo tante situazioni di disagio. Ovviamente essere nervosi è naturale, ma per me pensare che vincere o perdere una partita di tennis non sia la fine del mondo, dimostra il tipo di privilegio che ho. Sono fortunata perché la mia squadra e i miei familiari non hanno mai messo i risultati al primo posto.