Il campione svizzero ha parlato in occasione della presentazione della sua prima collezione di moda, che sarà venduta da Uniqlo a partire dal 28 agosto
È passato ormai quasi un anno dal ritiro di Roger Federer, che in occasione della Laver Cup 2022 ha deciso di dare il suo speciale addio al mondo del tennis. Più impegnato che mai, tra famiglia e iniziative legate agli sponsor, il 20 volte campione Slam ha parlato della sua vita post ritiro in occasione della presentazione della sua prima collezione di moda, che sarà venduta da Uniqlo a partire dal 28 agosto. “La vita senza il tennis, senza i fan e senza la programmazione che ha monopolizzato la mia vita per 25 anni era un qualcosa che non immaginavo e che non sapevo come avrei gestito – le parole dello svizzero –. Per molto tempo ho provato a ritornare in campo, a darmi un’altra possibilità e lasciare il tennis senza problemi fisici, ma non era una cosa fattibile“.
Un addio al quale pronto ed un finale perfetto: “La cosa buona e brutta del Covid, e del mio intervento al ginocchio, è che tutto ha subìto un rallentamento negli ultimi tre anni. Non sono giunto al ritiro in maniera netta, come se lo stop arrivasse dopo aver giocato 100 partite e poi d’un tratto ecco lì la fine di tutto. Alla fine mi sono sentito sollevato, credo, e felice di ritirarmi. Alla Laver Cup, ero circondato dai miei più grandi rivali, e c’era la mia famiglia e i miei amici. Per me è stato come se avessi capito di stare bene e di non aver più bisogno di seguire quello stimolo. L‘anno scorso ho calcato l’erba del campo centrale per la celebrazione del centenario. È stato bello ma doloroso. Non sapevo se sarei stato in grado di giocare di nuovo, quindi è stato un momento molto emozionante. Ma quest’anno è stato totalmente diverso“.
“Mio padre mi ha chiesto sussurrando se non preferissi giocare in campo invece di stare seduto a guardare – ha infine svelato Federer -. La mia risposta è stata netta, sono contento nel guardare e godermi lo spettacolo. Ho iniziato anche a fare più viaggi divertenti con la famiglia. Ho portato i miei figli in Lesotho per un viaggio legato alla mia fondazione in Africa. Siamo andati al Met Gala. Siamo andati sull’Orient Express con i miei genitori, cose che non erano fattibili quando ero un giocatore perché avrebbero richiesto troppo tempo lontano dal campo“.