Nella conferenza pre-Wimbledon il fuoriclasse elvetico ammette l’importanza di questi Championhips anche in vista del suo futuro sul circuito.

A distanza di due anni, Roger Federer è tornato nella sala stampa di Wimbledon e lo ha fatto rilasciando dichiarazioni molto interessanti.

L’argomento principale, ovviamente, non poteva non essere il terzo Slam stagionale su cui l’ex numero 1 del mondo si è così espresso: “Mi sento un privilegiato a poter giocare ancora qui. Dopo tutto quello che è successo un anno fa fra il mio lungo infortunio e la pandemia, è fantastico pensare che Wimbledon sia tornato. Non posso lamentarmi di come andrà“.

A proposito di ciò è stato chiesto al venti volte campione Slam cosa si aspetta dal torneo: “Il primo obiettivo è entrare nella seconda settimana. So che posso aumentare il mio ritmo col passare dei giorni. Rispetto all’ultimo set che ho giocato ad Halle – ha aggiunto – mi sento più forte mentalmente, non è quello il livello che voglio esprimere.” Roger si è infatti definito “deluso” da quanto successo nel torneo tedesco, uno dei suo preferiti nel Tour: “Ho avuto un momento in cui non capivo cosa stessi facendo in campo. Tutto è andato storto. Ci sono diversi modi per perdere e io ho sempre stabilito la linea di certe cose. Ora però – ha chiosato sull’episodio – mi guardo indietro e so che non ricapiterà: sono pronto ed entusiasta. So di poter fare molto meglio di cosi“.

Nell’immediato, oltre Wimbledon, ci sono anche le Olimpiadi, su cui Federer ha dichiarato: “Dipende dall’andamento dei Championships. In base a ciò, prenderò uno scelta su che tornei giocherò in estate. Vorrei andare alle Olimpiadi e vorrei giocare più tornei possibili. Non è tuttavia semplice come in passato. Devo gestirmi. Fra due settimane vedrò“.

In questi giorni la leggenda svizzera si è inoltre allenata con uno dei suoi “rivali storici”, Andy Murray, e a tal proposito ha detto: “Sono contento di aver condiviso nuovamente il campo con lui. Abbiamo parlato dell’ultima volta che ci siamo allenati insieme. Credo fosse agli Australian Open 2005 però lui dice che è successo a Roma nel 2006. La questione è che non succedeva da tempo. L’ho visto bene. Si sente a suo agio sull’erba. Spero possa arrivare lontano qui e – ha aggiunto – lo stesso spero possa succedere per me”.

Infine Roger si è dibattuto, definendosi sorpreso, sulla capacità di essere ancora in campo alla soglia dei 40 anni: “Non era questo il mio obiettivo. Pensavo potessi giocare fino ai 35 anni, che ad inizio carriera è già moltissimo. Mi ricordo una conversazione che ebbi circa dieci anni fa con Sampras, che mi chiese quanta benzina avessi ancora. Pensava mi stessi avvicinando alla fine. Mai avrei pensato di giocare sino ai 40. Sono però contento di poter giocare ancora. Vedremo – ha concluso – come andranno i prossimi tornei. Ecco perché Wimbledon è fondamentale”.