Il campione svizzero racconta le sue sensazioni a pochi giorni dal suo ritorno in campo nell’ATP 250 di Ginevra
Roger Federer, attualmente numero 8 della classifica mondiale, sta per fare il suo ritorno in campo nel torneo che si disputerà a Ginevra questa settimana, unica tappa sul rosso per lui prima del Roland Garros, slam di cui è stato vincitore nel 2009.
Nella mattinata di oggi, lo svizzero ha lasciato alcune dichiarazioni importanti in vista dell’inizio del torneo: “Quest’anno nel tour si gioca ad un livello altissimo e io sto lavorando per raggiungere tale livello. Non so se ci riuscirò e credo che mi ci vorranno una decina di match ufficiali per capire le mie reali possibilità, tuttavia sono felice perché in allenamento i miei colpi stanno migliorando molto e le cose iniziano ad andare per il verso giusto. Quando torni da un infortunio è sempre dura, ma proprio per questo motivo sono eccitato e non vedo l’ora di scendere in campo, sperando di poter raggiungere il livello che hanno mostrato Novak e Rafa, anche se non è questo il mio obiettivo principale. Non mi trovo a Ginevra per questo”
In seguito, un commento sul suo lungo infortunio: “Mi fa bene – dichiara Roger – giocare un po’ sulla terra e sono contento che non senta più dolore al ginocchio. Questo vale anche in vista del passaggio dalla terra all’erba: indipendentemente dalla superficie, quando le sensazioni non sono ottimali, bisogna essere bravi a capire se ciò dipende dal ginocchio oppure semplicemente dalla lunga assenza dai campi ad un certo livello. Quindi, sono felice di essere qui a Ginevra per testare in partita le sensazioni che mi provocherà il mio fisico: saltare tutta la stagione su terra non sarebbe stato produttivo, nonostante quest’anno ci saranno solo due settimane tra la fine del Roland Garros e l’inizio di Wimbledon. Io sono più abituato a questo piuttosto che alle tre settimane, visto che la nuova programmazione è entrata in vigore solo pochi anni fa e io ho una certa età. Due settimane di match non sono sufficienti per arrivare a Wimbledon al 100% ed è per questo motivo che sono molto felice di giocare qui e a Parigi”.
Ovviamente, anche l’età influisce sulla programmazione: “Quando arrivi ad una certa età, diventa impossibile giocare le canoniche 50/80 partite nel tour come si era abituati a fare in passato. Bisogna scegliere bene i tornei e studiare una programmazione che ti permetta di entrare in forma e di arrivare al top nei tornei più importanti. Sono impressionato dal livello del tour negli ultimi mesi, ma credo che, grazie al lavoro, anch’io riuscirò piano piano ad entrare nella cerchia di coloro che stanno giocando meglio. Non vedo l’ora di scendere in campo”.