Arrivano accuse pesanti dall’ex numero uno al mondo cileno ai danni di Agassi e non solo: “L’Atp è una m***a”. Poi critica alcune regole del tennis: “Non capisco perché ci siano due servizi, è assurdo”.
Ne ha quasi per tutti Marcelo Rios, abituato da sempre a non usare mezzi termini. Questa volta però potrebbe aver esagerato il cileno, uno dei più grandi talenti della storia del tennis. Ai microfoni de ‘La Tercera’ tocca vari argomenti e confida di essersi appena ripreso da un’operazione chirurgica all’anca: “Questo è ciò che il tennis ti lascia, con tanti soldi, ma fisicamente una m***a”. A far scalpore non è tuttavia il quasi superato problema fisico di Rios, bensì le sue accuse nei confronti di Andre Agassi, suo grande rivale a fine anni ’90. Al centro della discussione il delicato argomento doping: “Beccarono Agassi ben quattro volte, ma gli organi dell’Atp insabbiarono tutto altrimenti il tennis avrebbe fatto una brutta fine“. Dichiarazioni che toccano anche un’altra leggenda americana: “Ricordo anche che ai miei tempi il Masters di fine anno si giocava sempre sul cemento e su campi rapidi in modo da far vincere Sampras. Solo io e Bruguera parlammo dell’ipotesi di giocarlo su una superficie diversa ogni anno”. Alcune regole del gioco non sembrano ancora averlo convinto fino in fondo: “Io non sono alto 1.90, ho bisogno di giocare cinque set e di remare da fondo campo. Non capisco nemmeno perché ci siano due servizi nel tennis. E’ un vantaggio eccessivo per coloro che sono alti due metri. Karlovic non si ritirerà mai”, afferma in modo ironico ma non troppo. Infine doverose considerazioni in merito alla squalifica per doping del connazionale Nicolas Jarry, risultato positivo in un controllo effettuato lo scorso 19 novembre: “Io non metto la mano sul fuoco per nessuno – conclude – ma mi viene difficile pensare che Nico possa aver fatto una cosa del genere. E’ una persona molto metodica, ordinata e professionale: perché rovinarsi così la carriera? A mio avviso una squalifica è praticamente certa, ma mi auguro che si tratti di un paio di mesi”.