Con buonsenso e razionalità, e valutati i ristretti tempi di attuazione, il neo ministro dello sport Abodi ha scelto di rinviare al 31 dicembre 2023 l’entrata in vigore di alcune disposizioni molto controverse e penalizzanti per circoli, società, associazioni e operatori del settore tennis. Resta il nodo dell’Albo Professionale

Grazie al raziocinio del Ministro dello Sport, valutati attentamente i contenuti del decreto e i ristretti tempi di attuazione ha giustamente optato per il rinvio al 31 dicembre 2023 dell’entrata in vigore di diverse disposizioni tra cui, la più importante per noi, la disposizione in materia di lavoro sportivo contenute all’interno degli articoli da 25 a 37 del D.Lgs. 36/2021

Quest’ultima disposizione è quella che più ci «assillava».

Pertanto per tutte la ASD/SSD e tutti i collaboratori sportivi si avrà tempo sino al 31/12/2023 per capire quale inquadramento fiscale adottare in merito.

Stabilirlo ora è prematuro, perché la proroga è stata fatta proprio per studiare al meglio le disposizioni in materia del lavoro sportivo, e sicuramente vi saranno ulteriori sviluppi, chiarimenti e modifiche.

Si dovrà fare chiarezza sul rapporti CoCoCo relativi alle 18 ore settimanali al “netto” delle partecipazioni e manifestazioni annesse alle attività svolte. L’interpretazione è discutibile, forse troppo, ed è anche per questa situazione «ambigua» che penso abbiano deciso di prendere tempo per dare delle direttive certe e inequivocabili, anche perché resta da chiarire come calcolare il limite orario.

L’apertura di partita Iva è l’unica vera certezza.

Rimangono sempre da chiarire alcuni aspetti riguardo le agevolazioni contributive e fiscali sia per i CoCoCo che le partite Iva e di conseguenza la «convivenza» nei rapporti con ASD/SSD.

Di certo ci auguriamo che questa proroga venga utilizzata per dare modo a tutti noi addetti ai lavori di poter proseguire la nostra attività al meglio, con giuste scelte ma soprattutto per ottenere quelle tutele che sino ad oggi non erano mai state considerate necessarie.

Mi lascia perplesso l’atteggiamento della Fit e degli Eps nel non aver preso in esame le esigenze specifiche dei propri tecnici (maestri e istruttori di tennis). Altre federazioni come pallavolo, basket, calcio ecc. si sono confrontate con le Istituzioni per trovare soluzioni contrattuali più consone alle loro esigenze.

Che mi risulti da parte di Fit e Eps (nello specifico settore) non ci ne sono state o, se ci sono state, non abbiamo avuto comunicazione.

Si sono fatti decine di webinar e conferenze per spiegare la riforma, ma confronti per analizzare le specifiche esigenze non mi sembra.

Rimango sempre dell’idea che nell’analisi della riforma dello Sport di debbano prendere in considerazione alcune importanti situazioni legate alle nuove disposizioni:

  • Aumentare il tetto e l’aliquota della defiscalizzazione a favore delle attività didattiche giovanili
  • Creare degli scaglioni contributivi in base alla età degli attuali contrattisti con esenzione totale del versamento dei contributi per gli over 60.
  • Permettere di poter detrarre le prestazioni didattiche ai privati
  • Esentare le ASD/SSD dal pagare le commissioni bancarie sulle transazioni rese obbligatorie dallo Stato per avere la tracciabilità dei pagamenti. (Es: obbligatoria per poter usufruire delle detrazioni fiscali relative alle attività giovanili)

Parallelamente alla Riforma dello Sport, ritengo comunque necessario, e continuerò a ribadirlo, la costituzione di un Albo Professionale specifico, dove vengano configurati tutti coloro sono in possesso dei requisiti tecnici comprovati da certificazioni rilasciate da Fit e Eps .

Tutto ciò porterebbe un ulteriore crescita qualitativa del nostro settore valorizzando la professionalità di tutti coloro che “fanno la Professione” non occasionalmente o senza requisiti.

L’idea di non essere un professionista riconosciuto reputo sia inaccettabile e penso sia un concetto condiviso da molti. Se altri la pensano diversamente… c’è da riflettere.

Rifletto spesso sul perché la creazione dell’albo professionale non venga “sponsorizzato” da Fit e Eps. Risolverebbe molti problemi legati al controllo qualitativo del nostro lavoro e alla tutela dei diritti. Sembra che ci sia una sorta di «allergia».

In un momento come questo dove la Riforma dello Sport ha preso giustamente piede, inserire anche questo punto penso sia logico e pertinente.