I sogni nel cassetto del bombardiere statunitense e alcune considerazioni sul tennis alla vigilia del match d’esordio ad Indian Wells
Reilly Opelka è uno dei personaggi più schietti e particolari del circuito. Il big server statunitense, grande appassionato d’arte e di moda, sarà uno dei protagonisti del Masters 1000 di Indian Wells. Alla vigilia del suo esordio nel torneo californiano, l’attuale numero 20 al mondo ha rilasciato un’intervista senza filtri a ‘Inside Tennis’ toccando diverse tematiche. “Ci sono alcune persone che criticano e non sanno nulla di tennis. Onestamente penso che abbiamo la peggior stampa nel mondo dello sport. Ci sono bravi giornalisti, ma evidentemente nessuno di loro ha potuto intervistarmi o partecipare alle mie conferenze stampa. Arrivo in finale a Toronto e mi chiedono qual è il problema del tennis americano e perché non c’è nessuno tra noi nella top 30. La stessa cosa mi è successa anche a Roma: arrivo in semifinale e trovano solo il negativo. Ho 23 anni e sto affrontando Rafa, penso che le cose stiano andando bene. No? C’è troppa negatività e ci tocca ogni volta sentire questi continui paragoni con Sampras e Agassi. I tempi sono cambiati, siamo nel 2021 e non viviamo più negli anni 90′”.
Negli ultimi anni Tiafoe, Fritz e Paul non hanno fatto troppi passi in avanti nel ranking. “Credo che i ragazzi statunitensi più giovani, se devo essere sincero, siano migliori di noi – confessa Opelka -. Korda è già un giocatore vero, Brooksby è brutale e lo vedremo spesso arrivare nelle seconde settimane dei tornei dello Slam. Nakashima è uno dei giocatori che colpisce meglio la palla. Io ho puntato le mie chips su Brooksby. È un ragazzo speciale, potrebbe diventare il prossimo numero uno. Differenze tra noi e gli europei? I russi sono venuti per dominare. In Europa si decide tra calcio o tennis, mentre negli Stati Uniti ci sono il calcio, il baseball o il basket. Il mio sogno è vincere uno Slam, ma dipende da molti fattori”.
Infine una battuta su Indian Wells. “È il torneo che mi piace meno. È un evento bellissimo, vogliono pagare più di ogni altro e fanno tutto il possibile ma c’è poco spazio e tempo per allenarti. Hai quattro o cinque ore di servizi fotografici, finisci per esplodere. Il tennis diventa secondario e questo è un qualcosa che odio”.