Rafael Nadal, pur felice di essere ancora in finale al Roland Garros, non ha nascosto il proprio dispiacere per la maniera in cui Alexander Zverev è stato costretto ad abbandonare il terreno di gioco

Rafael Nadal ha potuto festeggiare il suo 36esimo compleanno con la certezza che, domenica, sarà a contendersi il titolo del Roland Garros per la quattordicesima volta in carriera. Va detto, però, che sicuramente non ha passato un bel pomeriggio, avanzando nella maniera peggiore per un tennista di qualsiasi livello. Il suo avversario, Alexander Zverev, stava giocando e dando lotta da 3 ore allo spagnolo, ma, sul punteggio di 7-6 5-5, è caduto ed è stato costretto al ritiro, uscendo dal campo sulla sedia a rotelle e senza possibilità di trattenere le lacrime.

“Non è facile, né tantomeno bello – ha affermato il 21 volte campione Slam in conferenza stampa – parlare dopo tutto quello che è successo. Spero per Sascha che non sia nulla di estremamente grave, spero sia solo una distorsione e che non ci sia nulla di rotto. Ha giocato in maniera incredibile per tutte le 3 ore in cui siamo stati in campo, posso dire senza incertezze che possiede il miglio rovescio del mondo. Per me è un sogno, ovviamente, essere ancora in finale al Roland Garros, ma, se sei umano, in questi momenti non riesci a percepire altro se non dispiacere per quanto accaduto al collega dall’altra parte della rete. Colpa del campo? Assolutamente no, le condizioni erano molto buone e si è trattato semplicemente un maledetto incidente”.

Il numero 5 del mondo, poi, ha voluto rassicurare tutti i presenti sulle sue condizioni fisica, ancora soddisfacenti nonostante tutte le ore spese in campo fin qui. “Fisicamente mi sento bene, se sono apparso sofferente nel secondo set è stato prettamente per l’umidità e per la pesantezza che la palla assume quando c’è la chiusura del tetto. La mia mentalità non cambia e resta quella con la quale ho lasciato Roma tre settimane fa: non ero ottimista per quanto riguarda il piede, ma sapevo di potermi concedere l’opportunità di giocare nella domenica conclusiva del torneo. Devo fare dei sacrifici per continuare a praticare questo sport, ma il tennis è l’amore della mia vita e mi piace sentirmi ancora competitivo contro i più forti del mondo.