Le parole dello spagnolo, che a Madrid tornerà in campo dopo l’infortunio che lo ha costretto ad uno stop di 6 settimane

Rafael Nadal è pronto a tornare in campo per disputare il Mutua Madrid Open. Lo spagnolo, costretto a fermarsi per 6 settimane dopo la finale di Indian Wells in seguito ad un infortunio alle costole, esordirà al secondo turno del torneo di casa contro Miomir Kecmanovic o Alexander Bublik.

In conferenza stampa Nadal ha fatto il punto della situazione sulle sue condizioni fisiche: “Sono guarito, mi sento bene. Le prime settimane dopo l’infortunio sono state molto invalidanti, ma piano piano sono riuscito a fare un po’ di lavoro in palestra. Non è stato un infortunio grave, ma non mi permetteva di fare praticamente nessun allenamento. Ho iniziato ad allenarmi due settimane fa, all’inizio mezz’ora al giorno. Ci tenevo ad essere qui e sto migliorando giorno dopo giorno. Sarà una settimana difficile, accetterò le cose come andranno“.

In Australia non giocavo da 5 mesi, ma è stato un infortunio al piede che mi ha permesso di allenarmi. Quello che è successo in Australia è stato quasi un miracolo. È una situazione diversa. Sto cercando di prendere questi giorni come fossero di preparazione. Se arrivasse una vittoria sarebbe fantastico, ma bisogna avere pazienza e umiltà. Sono stato molto contento di come è iniziato l’anno, ma c’è anche il lato negativo. È stata una pausa difficile, molto brutta in questo momento della stagione, ma è quello che è. Lamentarsi non porta da nessuna parte. A livello mentale sono state settimane difficili, ma non resta che guardare avanti e guardare ai prossimi traguardi con entusiasmo e determinazione. È una sfida per me e spero di essere pronto ad accettare le avversità e le difficoltà che ne derivano. È stato molto difficile per me non poter giocare a Monte Carlo e Barcellona e arrivare qui nel modo giusto“.

Sulla decisione di Wimbledon ha poi commentato: “Sembra molto ingiusto nei confronti dei giocatori, dei miei colleghi. Non possono fare nulla. Non so quale sia la loro colpa in quello che sta succedendo in questo momento con la guerra. Ma quando il governo mette in atto delle misure, devi seguirle e in questo caso, il governo ha dato una raccomandazione e Wimbledon ha preso la sua decisione, la più drastica”.

Infine, sulle sanzioni ai giocatori in seguito a comportamenti scorretti: “Cambiano i tempi e anche le personalità, ma ci sono dei limiti che non possono essere superati. Mettere a rischio la salute dei giudici di linea o dei raccattapalle significa attraversare una linea troppo critica. In questo senso credo sia vero che le sanzioni sono state poco gravi nelle prime tre o quattro situazioni dell’anno. Poche settimane fa è stata inviata una lettera privata ai giocatori in cui si avvertiva che d’ora in poi i comportamenti estremi avrebbero cominciato ad essere penalizzati in modo più drastico. Capisco che ci siano frustrazioni, a volte e capisco che una racchetta può essere rotta, ma ci sono alcuni limiti che non possono essere superati ed è giusto che l’ATP prenda misure più severe d’ora in poi“.