Nelle dichiarazioni rilasciate a Movistar Plus, il tennista spagnolo ha parlato del suo ritorno in campo previsto per il 2024 e anche lanciato qualche frecciatina a Novak Djokovic

Una stagione senza Rafael Nadal. Il campione spagnolo ha disputato quest’anno un solo torneo, l’Australian Open, dove è stato eliminato nel match di secondo turno con Mackenzie McDonald. L’infortunio allo psoas e il lungo stop, con la voglia di tornare ad essere competitivo nel 2024.

Di questo e molto altro, Nadal ha parlato ai microfoni di Movistar Plus.

Nonostante abbia vinto il titolo del Roland Garros, da Indian Wells dello scorso anno, quando mi sono infortunato alle costole giocando con Carlos, è stato un anno e mezzo duro. Non c’è stato un momento di tranquillità. A volte i risultati mascherano la realtà di tutti i giorni. Prima di fermarmi volevo essere sicuro che facendolo sarei riuscito a recuperare. Ho fatto un altro giro di visite mediche, analizzando tutto quello che stava succedendo allo psoas e, alla fine, ho visto che non c’era modo di recuperarlo. Lo stato del mio psoas era pessimo, mi dissero che se non mi fossi operato non sarei guarito. Ho deciso di sottopormi ad un intervento chirurgico e da quel momento in poi sembra che l’operazione sia andata bene. I primi mesi sono stati complicati, dolorosi, ma poi ho avuto la fortuna di staccare. Ora sono tornato al lavoro, da pochissimo tempo“.

Un anno lontano dal tennis giocato e non solo: “Guardo poco il tennis perché cerco di disconnettermi. Ho visto la finale dello US Open, ho visto la finale di Wimbledon, ma guardo poco perché ho la sensazione che in quel caso non mi disconnetterei completamente. Quando hai fatto qualcosa per tutta la vita, è difficile guardare una partita di tennis e non pensare. Finisci per analizzare le cose e questo non ti permette di disconnetterti“.

Sulle condizioni attuali: “Il dolore c’è ancora ma è sotto controllo. Non è un dolore che mi rende ardua la vita. Ho un piede che non sta messo bene e ci sono momenti in cui non mi lascia in pace.Ci sono momenti in cui mi faccio fatica scendere le scale di casa. Quando succede, e succede, è difficile essere molto contento“.

Sul ritorno in campo: “Vorrei giocare ancora, ho la speranza di tornare a giocare ed essere competitivo. La speranza non è quella di tornare e vincere il Roland Garros o l’Australian Open, lo dico per essere chiaro. Le cose nello sport cambiano molto velocemente, ma non mi illudo. Sono pienamente consapevole delle difficoltà che devo affrontare, ce ne sono diverse: una è insormontabile ed è l’età, perché quando si ha l’età avanzata di per sé è complicato; l’altro sono i problemi fisici, che non mi permettono di allenarmi al 100% con regolarità. L’unione di queste due cose fa sembrare praticamente impossibile aspirare a qualunque cosa. Alla fine quello che mi emoziona è tornare a giocare, sentirmi competitivo… e poi vedremo dove sono. Non posso dirvi che obiettivi ho, sono nel bel mezzo del processo di recupero e non so come mi sentirò“.

Sul possibile ritiro nel 2024: “Ho detto che forse sarebbe stato il mio ultimo anno. Il fatto è che non posso confermarlo al 100%. Sarà il mio ultimo anno? Ci sono buone probabilità che sia cosi, perché vedo come è messo il mio corpo… ma non so come sarà tra tre o quattro mesi. Sono sempre aperto a ciò che il futuro può portare. Lo scenario e il calendario cambierà a seconda che io abbia la possibilità di vincere o meno il Roland Garros. Se sento di avere qualche possibilità, sono consapevole che non posso giocare in tutti i tornei che sono stati importanti per me, dovrò sceglierne uno. Se sento di poter giocare ma di non poter vincere il Roland Garros, forse potrei avere voglia di un tour d’addio e farlo più a titolo sentimentale“.

C’è anche spazio per parlare di Novak Djokovic e del suo record di Slam vinti: “Ovviamente mi sarebbe piaciuto essere il tennista con più tornei del Grande Slam nella storia. Questo è lo sport: cercare di essere il migliore possibile, ma non è stata una ossessione per me. Non sono frustrato per un semplice motivo: penso di aver fatto tutto il possibile affinché le cose andassero nel miglior modo possibile per me. Penso che Novak viva le cose in un modo più intenso di quanto io abbia sperimentato nella mia vita.Penso che sarebbe stata una frustrazione più grande per lui non ottenere questo record, e forse è per questo che l’ha ottenuto. Ha avuto la capacità di portare la sua ambizione al massimo. Credo di essere stato una persona ambiziosa, ma ho un’ambizione sana che mi ha permesso di vedere le cose in prospettiva, senza frustrarmi o arrabbiarmi più del necessario in campo quando le cose non andavano bene. È il mio modo di vivere, sono culture diverse, ogni giocatore o ogni paese lo vive in modo diverso… e io l’ho vissuto così e ne sono felice“.

Nadal ha anche sottolineato: “Ho saltato quattro anni e mezzo di tornei del Grande Slam a causa degli infortuni, questa è la realtà. Ma lo sport è anche questo. Non è per questo che sono migliore di Djokovic, perché ho giocato meno. Lui ha un fisico e un modo di giocare che gli ha permesso di giocare più di me. Non posso non riconoscerlo, ho fatto quello che potevo“.