Lo spagnolo, a Bogotà insieme a Casper Ruud, ha sottolineato ancora una volta l’importanza degli avversari nel suo percorso di crescita
Il tour di Rafa Nadal e Casper Ruud in America Latina prosegue. Da Quito a Bogota, con momenti per divertirsi e quelli per mettere benzina nelle gambe in vista della nuova stagione. Nel consueto appuntamento con i media lo spagnolo è tornato su temi importanti, come il ruolo dei ‘Big 3’ nella sua crescita e le emozione uniche della paternità.
“Io, Djokovic e Federer ci siamo spronati continuamente – ha dichiarato Nadal – e ciò ha fatto si che potessimo restare a lungo ad alti livelli. Nell’arco della mia carriera mi hanno fatto capire che non stavo mai dando abbastanza, che potevo fare qualcosa in più. La competizione ha spinto tutti e tre a picchi massimi di impegno mentale, fisico e tennistico. Il mio corpo? Onestamente non so quello che potrebbe accadere in futuro. Ho 36 anni ma ormai abbiamo la possibilità di giocare anche in età avanzata. Il progresso della medicina e la professionalità dei team consentono agli atleti cose che tempo fa erano davvero impensabili”.
Il 22 volte campione Slam ha affrontato anche il tema della paternità. “Avere un figlio è qualcosa di nuovo per me e piano piano sto scoprendo tante cose. A parte questo, sono felice, mi godo il momento e tutto il resto passa in secondo piano. La mia intenzione è quella di continuare a fare del mio meglio per lottare per le cose che mi appassionano e mi motivano, basta organizzare la propria attività professionale nel miglior modo modo possibile”.