La tennista russa spara a zero su Sam Sumyk dopo la separazione: “Sfortunatamente molti allenatori hanno un enorme ego e troppo spesso ripetono la parola ‘io’. Per questo sorgono i problemi”.
Pianificazione tornei e allenamenti sbagliati
Non si può dire che Anastasia Pavlyuchenkova e Sam Sumyk abbiano chiuso il proprio rapporto in maniera pacifica. La talentuosa russa, attualmente numero 30 Wta, racconta senza mezzi termini i motivi della separazione con l’esperto coach francese. Un modo di fare poco gradito dalla tennista di Samara, per quella che ormai è l’ennesima rottura tribolata nella carriera di Sumyk, già coach di Zvonareva, Bouchard, Azarenka e Muguruza. Ora Pavlyuchenkova è ferma ai box per causa di forza maggiore, ma anche nelle settimane precedenti al virus non ha vissuto il periodo migliore della propria carriera: “Alcuni giorni dopo il ritorno da Melbourne – spiega in un’intervista a Kommersant – ho sconfitto Belinda Bencic, numero quattro del mondo, poi non sono stata in grado di giocare altrettanto bene la partita dopo contro Kontaveit. Mi sono ritirata dai tornei di Doha e Lione per preparare bene Indian Wells, ma il coronavirus ha fermato tutto. Ora mi sono ripresa e mi sento molto meglio”. Nel lungo discorso con i media locali spuntano retroscena di rilievo: “La lesione all’anca è stata causata da un errore del mio allenatore, nonché del mio preparatore fisico. Durante la mia carriera, niente tranne la mia spalla mi aveva mai fatto male. Questa volta penso che la pianificazione dei tornei e il processo di allenamento siano stati sbagliati“, tuona Pavlyuchenkova incolpando Sumyk.
Un ego enorme, in cerca di occupazione
Il rendimento dell’ex numero uno al mondo Junior ad inizio stagione (quarti agli Australian Open) non ha trovato conferma nella sintonia con l’ormai ex allenatore: “È probabilmente la persona più rispettata con cui abbia mai lavorato – prosegue -, ma non giudico gli allenatori per nome o merito. Per me la cosa più importante è lo scambio di energia che avviene tra le persone, non solo nello sport, ma anche nella vita. Sfortunatamente, molti allenatori hanno un enorme ego e troppo spesso ripetono la parola ‘io’. Per questo motivo sorgono i problemi”.
Chiosa finale della Pavlyuchenkova sull’immediata comunicazione della decisione ai media, rivelata da Sumyk poche ore dopo la rottura: “Non sono sorpresa da quello che ha fatto, per niente – rivela – Penso che Sam abbia bisogno di un lavoro ora, quindi ha voluto annunciare che era libero, dal momento che non l’avevo detto io prima. La WTA mi disse che non era il momento di denunciare un licenziamento di un allenatore, poiché la situazione era molto complicata, ma Sam ha deciso di annunciarlo da solo. Non penso che abbia commesso alcun crimine, al contrario, ora mi sento libera, come se avessi delle ali attaccate al corpo”.