Le parole del coach di Holger Rune, Patrick Mouratoglou, elogiano il lavoro fatto in questi mesi dal campioncino danese. In particolare, il francese si sofferma sulla finale di Parigi-Bercy, vinta contro Djokovic.

Patrick Mouratoglou, coach di grande esperienza, ha preso da pochi mesi Holger Rune sotto la sua ala protettiva, dopo l’infortunio di Simona Halep. Il francese ha parlato, in questi giorni, dell’impresa di Rune, riuscito a conquistare un Masters 1000 battendo, in finale, Novak Djokovic. “Credere di poter battere Novak in una finale è molto difficile. Hai 19 anni e sai tutto quello che ha fatto e chi è. Abbiamo parlato prima del match e ho sentito che non era come gli altri giorni, ho sentito la pressione di dover giocare contro Novak e sono tornato da lui, gli ho detto che dovevamo parlare di nuovo e lui ha parlato, ne abbiamo parlato e l’ho visto tornare in sé, l’ho visto pronto. Ha una faccia molto espressiva, quindi sapevo che era pronto. Il fatto che ne abbiamo parlato lo ha convinto di essere in grado di batterlo. È stato difficile all’inizio, era convinto ma comunque quando è entrato in campo, con quel pubblico e Novak dall’altro lato della rete, vederlo giocare davanti a sé, il giocatore che ammira fin da quando è un bambino…credo che si sia un po’ bloccato, era timido, non giocava al massimo nel primo set. All’inizio del secondo, secondo me, c’è stata la svolta quando era sotto 0-40. Scoprire di essere in grado di salvare quel game gli ha dato una motivazione in più per trovare il suo miglior tennis e giocare per vincere. È impressionante: credere di poter battere Novak, crederci veramente quando sei in campo. È speciale”.