Al rientro dopo gli 84 giorni di stop forzato, il numero 1 d’Italia ha trionfato a Stoccarda e concesso il bis sui verdi prati di Londra

Fosse stato un tennista, Paganini avrebbe fatto la fame! Con la sua ritrosia a concedere repliche, avrebbe gettato al vento preziose possibilità per diventare un campione coi fiocchi venendo meno al mantra di ogni tennista che è quello invece di ‘confermare’.

Per fortuna che Matteo Berrettini non la pensa così e correndo volentieri il rischio di essere ripetitivo ha firmato per la seconda volta Stoccarda e Queen’s senza fare una piega. Due splendide vittorie, replicate lontano dalla sua forma migliore e dunque colte con la forza del carattere, così come si addice a un grande atleta assente dal circuito per tre lunghi mesi.

Ora ecco Wimbledon, versione orfana di punti ma per il resto tale e quale a quello di sempre. Sulla scia delle repliche l’obiettivo potrebbe essere quello di centrare almeno la magnifica finale persa un anno fa da un Djokovic in grande spolvero, ancora in corsa per il grande slam.

Il Berrettini visto in questi primi due appuntamenti sui fili verdi della vecchia Europa, reca al seguito qualche lentezza di troppo nello spostamento rapido, quello che sulla breve distanza fa la gioia di chiusure e passanti. Così, se il nostro eroe riuscirà a rendere i piedi agili come le dita di Paganini, anche questa replica potrebbe essere alla portata. Con buona pace di chi non ama ripetere.