Ons Jabeur sta finalmente ritrovando se stessa e il suo tennis, dopo un infortunio al ginocchio che ha condizionato la sua stagione a partire dagli Australian Open e fino ai tornei di Indian Wells e Miami. La tunisina, nei quarti di finale del WTA 500 di Charleston, ha sfoderato un’ottima prestazione contro un’affaticata Anna Kalinskaya, la quale ha alzato bandiera bianca sotto 6-0 4-1
Ons Jabeur sta finalmente ritrovando se stessa e il suo tennis, dopo un infortunio al ginocchio che ha condizionato la sua stagione a partire dagli Australian Open e fino ai tornei di Indian Wells e Miami. La tunisina, nei quarti di finale del WTA 500 di Charleston, ha sfoderato un’ottima prestazione contro un’affaticata Anna Kalinskaya, la quale ha alzato bandiera bianca sotto 6-0 4-1. “Penso di aver giocato molto bene – ha commentato la finalista di Wimbledon e US Open ai microfoni di The Tennis Channel –. Ho visto che lei era un po’ infortunata, ma è una giocatrice incredibile. Azarenka e Cornet l’hanno resa molto stanca, ha avuto da superare delle partite molto difficili per arrivare qui. Sono contenta di essere rimasta concentrata. Penso di aver fatto tutto perfettamente, quindi non credo che il mio allenatore abbia molte cose cattive da dire”.
“A Indian Wells e Miami – ha proseguito Jabeur – non ero pronta a tornare nel circuito. Forse era troppo presto per tornare perché non mi sentivo completamente bene. Il mio match a Miami è stato molto duro, sono stata molto emotiva e ho rotto anche la mia racchetta, cosa di cui non vado fiera. Ma ho avuto un grande colloquio con la mia squadra e sono molto fortunata del modo in cui mi hanno compresa. Ora gioco sulla terra, superficie che amo e che aiuta il mio tennis. Sono molto felice di star trovando la mia strada, perché è stato molto stressante il mio percorso fin qui”.
Quant’è difficile convivere psicologicamente con un infortunio? “Ha davvero influenzato la mia fiducia, tornare a credere nel mio corpo è stato molto difficile. Noi tennisti vogliamo sempre di più, non sappiamo quando fermarci, non sappiamo quando recuperare e poi tornare più forti. Siamo sempre affamati e vogliamo competere. Penso che ogni ferita sia emotivamente connessa a qualcosa nella tua vita. Da una parte c’è la forma fisica, dall’altra quella emotiva. Il tuo corpo ti avvisa così quando sbagli qualcosa”.
Jabeur è, inoltre, una tennista amichevole con tutte le colleghe e che sa come farsi voler bene. “A volte noi tennisti dimentichiamo di essere esseri umani – ha affermato, a tal proposito, la numero 5 del mondo -. Questo è solo il tennis: a volte c’è qualcuno che la prende sul personale e poi non ti saluta nemmeno negli spogliatoi. Per me, quando il match è finito, possiamo scherzare e andare a cena. Prima tutti erano gentili, ora in certi momenti ci sono momenti di tensione tra i giocatori. Pace e amore dovrebbero essere ovunque, ci sono cose peggiori in questa vita”.