Ons Jabeur, intervistata per il The Guardian, ha aperto il suo cuore e ha fatto conoscere alcuni dei segreti che l’hanno spinta fin sul podio del ranking mondiale

Ons Jabeur sta vivendo una stagione incredibile, soprattutto da quando è iniziata la stagione sulla terra battuta. Eccezion fatta per un clamoroso K.O. all’esordio al Roland Garros, la tunisina ha raggiunto le finali di Charleston e Roma e ha vinto i titoli di Madrid e di Berlino, ottenendo anche un buon quarto di finale sulla terra indoor di Stoccarda. Insomma, da lunedì prossimo sarà la numero 2 del mondo e, considerato quanto ha detto l’erba fin qui nel 2022, probabilmente è lei la principale favorita per il torneo di Wimbledon. Donna araba proveniente dal Nord Africa, Jabeur è una pioniera e rappresenta tantissimo per il territorio da cui proviene.

Io mi sento una donna in missione – ha dichiarato Ons al The Guardian -. Spesso dico a me stessa che ho scelto di fare questo nella vita, ossia di ispirare le altre persone, di essere quella che sono oggi. Un giorno condividerò più fatti che riguardano la mia esperienza e cercherò di raggiungere quante più generazioni possibili. Per me questo non è un fardello, un peso, bensì un privilegio e una responsabilità nel senso positivo del termine. È parte del mio lavoro, è anche per questo che scelgo ogni giorno di prendere la racchetta in mano. E soprattutto credo nella condivisione: condividere le mie esperienza aiuta me, sia come persona che come tennista, e spero possa aiutare anche i giovani e coloro che hanno un sogno nel loro cassetto”.

Cos’ha permesso alla tunisina di compiere il salto di qualità che l’ha portata fin sul podio delle classifiche mondiali? “Onestamente non penso che sia cambiato qualcosa quest’anno: semplicemente sto continuando a migliorare perché faccio tesoro delle esperienze che mi coinvolgono come giocatrice. Tutto quello che vivo ogni giorno mi aiuta a mettere un tassello in più nel mio complesso puzzle. Ho avuto bisogno di giocare tanto, di fare tanta gavetta prima di arrivare ad essere una delle prime tenniste nel ranking, non sono stata quel tipo di persona in grado, dal nulla, di irrompere nella top ten. Mi sono presa il mio tempo, ho imparato a conoscere meglio me stessa e poi ho alzato sempre più l’asticella. Sono fiera di essere riuscita a realizzare gran parte dei miei sogni. L’unica cosa che mi manca è un titolo Slam, spero di poterne vincere almeno uno fino alla fine della mia carriera”.

Perché non proprio Wimbledon? “Oddio, sarebbe fantastico – ha affermato Jabeur a tal proposito –. È un torneo dall’enorme prestigio e ricordo che l’anno scorso il pubblico mi supportò tantissimo. L’erba è una superficie che ben si addice al mio gioco, sulla quale mi diverto e che mi permette di fare grandi cose. Sarebbe davvero bello se fossi io a conquistare il trofeo quest’anno. I miei occhi sono puntati tutti su Wimbledon“.