Ons Jabeur, dopo aver sconfitto l’amica Tatjana Maria e aver raggiunto la finale di Wimbledon, si è dichiarata fiera di costituire un motivo di unione per le persone del suo paese
È stata una patita interessante, quella tra la tunisina Ons Jabeur e la tedesca Tatjana Maria, in cui il bel tennis ha trionfato. Nel guardare le due tenniste giocare, sembrava di essere tornati indietro nel tempo di trent’anni. Entrambe giocano un tennis con una grande varietà di colpi che ha lasciato il pubblico stupefatto. È stata anche una partita in cui l’amicizia e la sportività hanno trionfato. Le due tenniste infatti sono grandi amiche fuori dal campo. “Quella di Tatjana per me è come una famiglia, stiamo spesso insieme, poi se vincerò il titolo mi ha promesso che farà un barbecue in mio onore”. Ci confessa Ons, con quel suo solito sorriso sornione che la rende una giocatrice verace e amatissima da tutto il pubblico, non solo quello tunisino. Certo, battere la migliore amica non deve essere stato facile per la Jabeur: “Tatjana, merita molto rispetto, è stata la sua prima semifinale, il modo in cui gioca, il modo in cui combatte sono incredibili. Se non avessi visto i suoi due figli, direi che non li ha mai avuti. È incredibile come si muova in campo. È davvero stimolante per molte donne. Però devo dire che vincere è stato fantastico, fantastico. Ho molto rispetto per Tatjana, se avesse vinto lei, se lo sarebbe meritato al 100%. Questo è ciò che amo del tennis: è solo una partita, poi vai avanti e arrivi a quella successiva”.
In Tunisia l’hanno soprannominata “Ministro della felicità”, proprio per il suo bel carattere, per questa sua filosofia di vita, per il sorriso. “Sì, è carino da parte loro chiamarmi così e allo stesso tempo è davvero incredibile. Forse pensano davvero di avere un ministro della felicità. È divertente perché il vero ministro in Tunisia quando mi saluta mi dice: “Ciao, ministro”. In Tunisia sono tempi difficili e quando vedono le mie partite, dicono che lo sport unisce sempre le persone. Sono contenta che mi seguano, questo mi spinge a fare meglio. Spero di poter mantenere questo soprannome per sempre”.
Adesso Ons deve pensare alla sua prossima partita, una match importante che da sempre è nei suoi sogni e che tante volte ha immaginato di giocare: la finale di uno Slam. La Jabeur ci racconta che in passato, quando ha giocato a Wimbledon, non riusciva mai a superare il primo o il secondo turno. Poi il sogno per lei è iniziato lo scorso anno, si era divertita tanto a giocare Champioships, le era piaciuto il feeling che ha avuto con il pubblico, aveva perso in quarti di finale e così si era detta che sarebbe tornata il prossimo anno, ma per vincere il titolo. Ons adora Wimbledon: “Adoro tutto qui, l’atmosfera è magnifica, pensare di vincere Wimbledon è diventato il mio obiettivo principale dall’inizio della stagione, e anche dall’anno scorso. Qui c’è un’energia insolita e adoro esserci. Quando lo dissi a Melanie, la mia “mental coach”, mi ha detto che ce l’avrei potuta fare. Lei crede sempre in me. Sa che se mi metto qualcosa in mente, la faccio. Sono a un passo dal realizzarlo. Spero che accada”.
Sabato per Ons non sarà solo una grande giornata perché giocherà la sua prima finale a Wimbledon, ma anche perché è una delle feste islamiche più importanti. Si chiama Eid, è una festa in cui si mangia carne, e normalmente si trascorre con la famiglia. La Jabeur la ama molto perché le ricorda la sua infanzia. Sabato dovrà affrontare la kazaka Elena Rybakina, una giocatrice con la quale ha giocato molte volte in passato. “Rybakina è una giocatrice aggressiva. Penso che possa giocare davvero bene sull’erba perché è aggressiva e sa cambiare il ritmo, ha uno stile impressionante sull’erba. Sarà una partita interessante, ma cercherò di farla lavorare sodo per guadagnare i suoi punti. In più è una giocatrice che serve davvero bene, quindi il mio obiettivo principale è quello di restituire quante più palle possibile, per farla stancare e vincere il punto. Penso che il mio gioco potrebbe davvero infastidirla. Cercherò di concentrarmi il più possibile, lei è un tipo di giocatrice che di solito guadagna il punto in due, tre colpi. Per quanto mi riguarda, continuerò a fare quello che faccio in campo”.
Sarà una finale dal sapore particolare, due culture completamente diverse, tra due giocatrici che rappresentano due paesi, Tunisia e Kazakistan, che non erano mai arrivati prima d’ora in finale a Wimbledon: Ons Jabeur ne è fiera perché sia lei, sia la Rybakina, rappresentano degli esempi che possono ispirare le nuove generazioni e che possono dimostrare che nulla è impossibile.