Novak Djokovic, intervistato in conferenza stampa, ha raccontato le proprie sensazioni alla vigilia del Masters 1000 di Parigi-Bercy

Novak Djokovic è l’assoluto recordman del Masters 1000 di Parigi-Bercy: nessuno oltre lui può vantare 6 trofei alla AccorHotels Arena della capitale transalpina, risultato che si è verificato anche nell’edizione 2021, quando il serbo trionfò in finale contro Daniil Medvedev, a sua volta campione nel 2020. L’ex numero 1 del mondo ha vissuto una stagione caratterizzata da diversi stop forzati a causa delle politiche vaccinali, ma al contempo ha vinto ben quattro titoli: il Masters 1000 di Roma, Wimbledon, l’ATP 250 di Tel Aviv e l’ATP 500 di Astana, giungendo a Parigi con ben 24 successi ottenuti nelle ultime 26 partite giocate. Insomma, non si può certo definite una stagione deludente la sua, soprattutto considerando tutte le sue limitazioni, e quale miglior occasione di questo torneo per chiudere l’annata nella miglior maniera possibile? Intervistato in conferenza stampa, il campione in carica si è dichiarato felice di poter avere la chance di difendere il suo successo del 2021.

Beh, in questa seconda parte della stagione mi sto sentendo molto meglio in campo – ha affermato il 38 volte campione Masters 1000 -. Durante la prima parte dell’anno, con tutto quello che è successo in Australia, mi sono sentito molto alla prova emotivamente, ma anche mentalmente fuori dal campo, e tutto ciò ha influenzato il mio gioco. Stavo cercando di raggiungere il livello di tennis che desideravo e ci sono riuscito soltanto verso la fine della stagione sulla terra battuta, ho iniziato a giocare davvero bene da Roma in poi. Wimbledon, poi, arriva sempre al momento giusto nella mia carriera: quando ho bisogno di una spinta e di un grande titolo che aiuti la mia fiducia a crescere, Wimbledon è sempre lì. Ovviamente vincere lì è stato un grande sollievo, soprattutto dopo tutto quello che era successo a inizio anno. Dopo Wimbledon, ho giocato la Laver Cup, Tel Aviv e Astana, e ho giocato benissimo a tennis. Generalmente, guardando i miei risultati indoor in carriera, ho avuto un buon ruolino di marcia, dunque farò in modo di continuare così, perché mi sento bene attualmente. Tornare in un posto dove hai fatto così bene negli anni passati riporta sempre alla luce bei ricordi, buone sensazioni sul campo. Qui mi sono sempre sentito bene: amo la città e questo torneo”.

In tanti, dodici mesi fa, hanno criticato la lentezza delle condizioni di gioco parigine. Come sono i campi quest’anno? “Stavo parlando con Cedric Pioline un’ora fa – ha svelato Djokovic –, e mi ha detto che molti giocatori si erano lamentati della lentezza dei campi l’anno scorso. Per tale ragione hanno deciso di accelerarlo e penso che sia giusto, hanno avuto alcune buone ragioni per farlo. Non posso dirvi quale tipologia di velocità dei campi è meglio per tutti, perché ognuno preferisce condizioni differenti. Per un big server sarebbe meglio giocare in condizioni veloci, mentre per chi staziona a fondo campo e gioca con molto spin è preferibile che le palle e le condizioni siano più lente. Quindi non credo ci sia una formula più corretta, ad essere onesti. Qui a Bercy ci sono stati anni in cui è il campo stato davvero veloce, altri in cui è stato mediamente veloce, mediamente lento, e lento l’anno scorso. Ora si è tornati ad un campo mediamente rapido. Solitamente cambia anche a seconda dei giocatori di casa: giustamente si vuole dare un vantaggio a coloro che giocano per la nazione di riferimento. Dunque, la mia risposta è che non esiste una regola o una formula che possa andare bene per tutti, dobbiamo solo adeguarci e dare il meglio di noi, sempre“.