Novak Djokovic, dopo aver ben figurato nell’ATP 250 di Belgrado, vuole consacrare il suo ritorno con un buon piazzamento nel Masters 1000 di Madrid: tra tante luci, tuttavia, resta l’ombra della malattia che, recentemente, ha rallentato il suo processo di recupero

Novak Djokovic, che a breve prenderà parte al Masters 1000 di Madrid, sta cercando di ritrovare la sua miglior condizione e i segnali incoraggianti non stanno mancando: dopo la sconfitta all’esordio del Masters 1000 di Monte-Carlo per mano del futuro finalista Alejandro Davidovich Fokina, l’ATP 250 di Belgrado lo ha visto giocare decisamente meglio, vincendo tre incontri di fila e cedendo solo in finale contro Andrey Rublev. Se c’è ancora qualcosa che non quadra, tuttavia, ciò riguarda più che altro la preparazione atletica, molto strano per un tennista dalle sue caratteristiche. Sappiamo, ad onor del vero, che il serbo ha sofferto per una malattia che l’ha tenuto fermo la settimana prima del torneo monegasco ed è così ben più facile spiegarsi il crollo registrato nell’ultimo atto del torneo di casa contro Rublev, con cui, dopo aver giocato un buon tennis per due set, ha ceduto 6-0 al parziale decisivo.

“Quando qualcosa si guasta, il motore non può funzionare ed è per questo che non sono riuscito a lottare fino alla fine – ha spiegato in una conferenza stampa il campione serbo – durante il mio ultimo incontro. È un po’ preoccupante, ma posso supporre che sia a causa della malattia che mi ha colpito qualche settimana fa, la quale ha interrotto e rallentato il mio processo di recupero della condizione. Sono comunque fiducioso, vista la finale che ho raggiunto a Belgrado, e penso di essere sulla strada giusta per tornare, pian piano, al massimo delle mie potenzialità”. Cosa possiamo aspettarci, dunque, da Djokovic in quel di Madrid? I miglioramenti messi in mostra dal serbo nell’ultimo torneo lasciano comunque ben sperare: ricordiamo che, non avendo partecipato alla scorsa edizione del Mutua Madrid Open, il numero 1 del mondo torna nella capitale iberica per difendere il suo titolo del 2019, quando vinse in finale contro Stefanos Tsitsipas. Gli altri due trofei madrileni sono giunti nel 2011 contro Rafael Nadal e nel 2016 contro Andy Murray.