Durante la conferenza tenutasi sui campi del Novak Tennis Center, il tennista serbo ha parlato del suo infortunio, dei prossimi impegni e della rivalità con Rafael Nadal

C’era tanta attesa per la conferenza stampa che Novak Djokovic aveva annunciato nei giorni scorsi. Il numero 1 del mondo, dopo aver svolto una sessione di allenamento durata all’incirca 40 minuti, ha risposto alle domande dei tanti giornalisti presenti sui campi del Novak Tennis Center di Belgrado. Molti gli argomenti trattati dal serbo, che come prima cosa ha confermato la sua presenza all’ATP 500 di Dubai, in programma dal 27 febbraio al 5 marzo.

Prima di tutto, vorrei dare il benvenuto a tutti, grazie per essere venuti così numerosi – ha detto il serbo, che ha anche parlato del record di Steffi Graf appena eguagliato -. È una specie di tradizione, in un ambiente informale, sul campo da tennis, parlare un po’ dell’attualità. Innanzitutto grazie per le congratulazioni, ovviamente sono estremamente orgoglioso di essere riuscito a raggiungere un altro record, in questo caso quello di Steffi Graf. Questo sport è tutto nella mia vita, ho intorno a me una grande squadra di persone, non solo professionisti, ma anche la mia famiglia che mi sostiene sempre“.

Per quanto riguarda la situazione dell’infortunio, mi sto avvicinando al 100% di intensità, quindi ho preso la decisione di squadra di andare a Dubai. Ci andrò domani e cercherò di andare il più lontano possibile, in ogni torneo le ambizioni sono le più alte. Per quanto riguarda il resto della programmazione, dipende dall’accordo con l’America, sto aspettando una risposta, non ho ancora ricevuto una risposta, vedremo cosa succede tra due settimane, mi sto preparando come se dovessi andare andare. Il processo è in corso, è l’unica cosa che so. Ovviamente mi piacerebbe giocare, sono contento di aver ricevuto supporto dai direttori dei tornei di Indian Wells e Miami, vogliono che io giochi, voglio giocare, ma spero che la terza parte, che decide, mi permetterà di giocare”.

Nole ha anche speso delle belle parole per Carlos Alcaraz: “Ha meritato di essere il numero 1 del mondo e di vincere uno Slam, ho solo parole di elogio per lui come persona, ma anche come tennista non ha molti difetti, sa giocare bene su tutte le superfici, è molto esplosivo. Ha avuto un infortunio, ma ha continuato la sua serie di vittorie consecutive. A questo punto, non ho come priorità assoluta mantenere il primo posto. Potrebbe esserci un cambiamento tra poche settimane. La priorità è rimanere in salute ed essere nella migliore forma possibile“.

Sulle polemiche scatenate agli Australian Open: “Ogni atleta che gioca ad alto livello e registra risultati, ha critici che in qualche modo speculano sulla credibilità o meno di una cosa del genere. Non ho nemmeno il tempo ora di occuparmi di ogni storia che esce su Internet. So qual è la verità, e il direttore di AO è uscito e ha detto qual era la natura dell’infortunio. L’Australia è dove ho ottenuto i miei migliori risultati nel Grande Slam, anche se ci sono stato per un breve periodo l’anno scorso e quando sono tornato volevo tornare a giocare lì. La pressione c’era finché non mi sono adattato un po’ all’ambiente, così come i membri dei media finché non si sono abituati a me. Ci sono state situazioni che non sono state piacevoli, ma è parte integrante del viaggio della mia vita, come adesso agli Australian Open, ma questo rende la vittoria più dolce“.

Sulla rivalità con Rafael Nadal: “Mi piacerebbe giocare contro di lui la finale del Roland Garros, penso che sia io che lui saremmo d’accordo. È sicuramente il mio più grande rivale, è la rivalità che conta più partite di sempre nel tennis. In secondo luogo, siamo vicini generazionalmente, siamo cresciuti insieme durante i primi anni, ha iniziato a registrare grandi risultati a livello professionale molto prima. Insieme a Federer, mi ha plasmato di più come tennista, mi hanno battuto all’inizio della mia carriera, dovevo decidere come batterli. Ero nella Top 3, ma non riuscivo a sfondare quella barriera e vincere trofei Slam e diventare il numero 1. Probabilmente né lui né io abbiamo l’opportunità di affrontare la grandezza e l’importanza della nostra rivalità da una prospettiva generale. Probabilmente lo vedremo quando finiremo la nostra carriera. Vedremo se ci saranno altre partite, magari già sulla terra rossa, dove gioca sempre un tennis di alto livello. Quando sta bene, è difficile da battere. Lui ed io, ci assicuriamo che questi giovani non vincano i tornei più importanti“.

Ancora sulla possibilità di non partire per gli Stati Uniti: “Cercherò di ottenere il massimo anche se non dovessi andare. L’anno scorso non ho giocato affatto all’inizio a causa di circostanze fuori dal campo. Quest’anno è iniziato alla grande, vedremo cosa succederà con l’America, ma ho vinto l’AO, ho fiducia e se non ci sarà l’America, credo che sarò più in forma, per prepararmi alla terra, perché richiede la massima preparazione. Belgrado è sempre stata un trampolino di lancio per me, è iniziato da qui, l’anno scorso sono arrivato in finale qui. L’obiettivo finale sulla terra è sempre il Roland Garros, non so ancora quale sia il programma, giocherò Montecarlo e Banja Luka, quindi vedremo“.

Mi avvicino ad ogni torneo pensando partita per partita, posso essere scontroso con la mia gente, perché pretendo il massimo da loro oltre che da me stesso. E poi quando inizia il torneo, quell’intensità è simile. Vorrei citare Kobe (Bryant, ndr), perché ha parlato di quella mentalità, “mentalità da mamba”, è una lieve ossessione positiva per lo sport e tutte le cose che rientrano nello sport, è un approccio multidisciplinare, ci credo e attraverso di esso mi muovo avanti verso nuove conquiste. Non so fino a che punto andrò, non ho alcuna pressione, sento solo il sostegno delle persone più care, questa è la base per praticare questo sport – ha concluso Djokovic.