La linea Challenge Court riprende vita in America a trent’anni dal lancio e va già a ruba tra i fan. Agassi: “Quando l’ho provata mi è quasi venuta voglia di andare a giocare”
La Nike Challenge Court riprende vita dopo trent’anni su un campo da tennis e mette ancora una volta d’accordo tutti. Negli anni Novanta Andre Agassi stregava a New York gli appassionati non solo per il suo gioco ma anche per un abbigliamento iconico e lontano dai classici canoni. Capelli bicolore e immancabile orecchino, maglie coloratissime e pantaloncini di jeans: guardare il Kid di Las Vegas giocare era adrenalina pura sotto ogni punto di vista. E la Nike ha voluto riprovarci combinando lo stile inconfondibile dell’epoca con i nuovi materiali all’avanguardia dopo trent’anni di ricerca e costante aggiornamento. Nella Grande Mela, durante la doppietta che comprende il Western & Sotuhern Open e gli Us Open, la collezione del celebre marchio col baffo ha suscitato ancora una volta grandi consensi. Un’operazione nostalgia che, a giudicare da qualche commento sui social, è riuscita alla perfezione tanto da far risultare già introvabile in alcuni store i nuovi, vecchi completini a pochi giorni dal lancio ufficiale.
Lo stesso Agassi ha confermato di aver provato un tuffo al cuore dopo aver testato la linea sul figlio tennista sedicenne di un amico: “E’ stato divertente guardare la reazione di un ragazzo della sua età – spiega l’ex numero 1 al mondo – Mi è venuta quasi voglia di indossarlo e andare a giocare, mi sono convinto dunque che i suggerimenti per il designer erano giusti”. Un periodo della carriera dell’americano che andava oltre il tennis. “Quella campagna ha rappresentato me che, a vent’anni, volevo fare lo spaccone e la Nike che voleva allargare i propri orizzonti. Ero seduto con i designer Tinker Hatfield e Wilson Smith, stavamo lavorando sul verde lime in primo piano su una varietà di pezzi dell’epoca e la barra simile alla “Z” delle prime collezioni dell’Air Tech Challenge. Io parlavo di un’auto che mi piaceva che sembrava stesse andando a cento miglia all’ora, pure quando era parcheggiata. Ricordo tutto con nostalgia”. Toccherà ora ai protagonisti del presente lasciare il segno così come fece Andre trent’anni fa: da Felix Auger-Aliassime a Shapovalov, passando per Tiafoe e Rublev e con un salto nel femminile con Azarenka e Vekic: “Sarà strano per me vederli giocare ma ho vissuto ogni momento di questa evoluzione – chiosa Agassi – Ero solo un adolescente pronto a correre rischi che ha trovato un’azienda che voleva fare altrettanto”.