In un’intervista rilasciata a L’Equipe alla vigilia dalla sfida di Davis Cup tra Ungheria e Francia, Nicolas Mahut ha commentato la separazione dell’ITF con Kosmos, associazione che ha stravolto il formato della storica competizione a squadre

In un’intervista rilasciata a L’Equipe alla vigilia dalla sfida di Davis Cup tra Ungheria e Francia, Nicolas Mahut ha commentato la separazione dell’ITF con Kosmos, associazione che ha stravolto il formato della storica competizione a squadre. Il nuovo modello, nato nel 2019, ha pesantemente fallito e il transalpino non ha perso occasione per scagliarsi contro coloro che hanno scelto di abbandonare il tanto amato format che è stato in vigore fino al 2018.

“Abbiamo perso quattro anni – ha affermato Mahut –, non avremmo mai dovuto permettere che tutto ciò accadesse. Può essere abbiano creduto che fosse una buona idea, ma la verità è che si è trattato di un fallimento, non poteva funzionare l’idea di rendere la Coppa Davis qualcosa di simile a una Coppa del Mondo. Il pubblico non ha risposto presente, in Francia non la trasmettono neanche più sui canali principali. Sono davvero arrabbiato con il presidente dell’ITF Haggerty: ha voluto danneggarci, adesso chissà che succederà. Ho anche espresso la mia opinione a Bernard Giudicelli, vice presidente dell’ITF e dirigente della FFT: è evidente che anche lui ha delle responsabilità in questa vicenda, ma vedo che non si mette mai in discussione. Dice che ha agito per il bene del tennis e io non sono affatto d’accordo: il suo compito, in quanto dirigente della FFT, era quello di votare per l’interesse della Federtennis francese, cosa che non ha fatto”.

Come protrebbe, allora, cambiare la Coppa Davis per tornare ai fasti di un tempo? “Possiamo trovare un nuovo attraente formato e riportare la Coppa Davis al suo vecchio splendore. Attendo questo momento da molto tempo, dobbiamo ritrovare la nostra Coppa Davis. La cosa più complessa è trovare delle settimane libere nel calendario attuale, ancora di più con l’estensione dei Masters 1000 a due settimane. Giocheremo in due o in tre giorni? Che peso avrà il doppio? Se torniamo al vecchio formato diviso in quattro settimane e con i match al meglio dei cinque set, è chiaro che gran parte dei giocatori dirà di no. L’idea principale è quella di riportare in auge il formato casa/trasferta, magari anche suddividendo una singola edizione in due anni, ma con la possibilità di promuovere la competizione in maniera decisamente migliore. In Francia abbiamo una forte cultura in tema di Coppa Davis, l’abbiamo sempre avuta, ma penso che i giovani non abbiamo voglia di giocarla nel format che Kosmos ci ha imposto, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare. Noi volevamo giocarla perché, ad esempio, abbiamo visto con gioia la finale giocata a Lione nel 1991. Dobbiamo tornare a sognare attraverso la Coppa Davis”.

Infine, un commento sul team francese, in scena in Ungheria con l’obiettivo di staccare un pass per le Davis Cup Finals. “La squadra ha grande passione: se fossimo dovuti andare in Colombia o in Corea del Sud, sarebbero venuti tutti ugualmente. Ugo Humbert è tornato dall’infortunio ed è per noi una pedina importante, può portare freschezza al team. Non abbiamo un vero leader come Tsonga, un tennista tra i primi 10 al mondo, ma ci sono tanti giocatori importanti che stanno salendo in classifica”.