Nick Kyrgios, dopo aver conquistato il titolo nell’ATP 500 di Washington, si è detto fiero di aver saputo mantenere un comportamento professionale in ogni momento e di aver dimostrato a tutti di amare il tennis, di inseguire la storia e di voler vincere il più possibile
Nick Kyrgios è uno dei tennisti più in forma del momento: 17 successi negli ultimi 20 incontri disputati, finale a Wimbledon (sconfitto da Novak Djokovic) e titolo nell’ATP 500 di Washington, conquistato grazie alla vittoria in finale, con lo score di 6-4 6-3, ottenuta ai danni della grande sorpresa Yoshihito Nishioka. Il numero 37 del mondo, che sarebbe molto più in alto se gli fossero stati riconosciuti i 1200 punti del secondo posto nel terzo Slam stagionale, ha, allora, riflettuto sulla resurrezione (tennistica, ma non solo) di cui si sta rendendo protagonista in questa stagione, dopo due annate in cui, uscito dalla top 100, si era detto molto vicino al ritiro dal professionismo. Gli ingredienti di questa rinascita sono tanti: maggiore professionalità, benessere fuori dal campo, una squadra che lo supporta e gli vuole bene, esperienza e voglia di lasciare il segno.
“Sono molto fiero di me stesso e della mia squadra – ha dichiarato l’australiano dopo la conquista del suo settimo titolo –. È stata una settimana incredibile, nella quale sono riuscito a vincere partite molto combattute: sono felice di aver approfittato della fiducia acquisita a Wimbledon per mantenere alto il mio livello e per tornare, dopo tre anni, a vincere un titolo in singolare. La mia sensazione è che sto raccogliendo i frutti seminati negli ultimi mesi, nei quali mi sono allenato molto duramente. Sono otto mesi che voglio fare del mio meglio, da quando prima dell’Australian Open presi la decisione di sottopormi ad un intero blocco di intensi allenamenti. In questo momento so di essere uno dei migliori giocatori dell’anno: ho reinventato me stesso, sto facendo la storia e ne sono orgoglioso. Se Wimbledon avesse assegnato punti, sarei vicino alla top 10″.
Kyrgios, adesso, è più felice fuori dal campo e questo lo ha aiutato a cambiare marcia e ad ottenere i migliori risultati della sua ormai non più giovanissima carriera. “Onestamente, sento che l’età mi ha aiutato molto a maturare, a sapere davvero cosa voglio, a non dare nulla per scontato e a conoscere nel dettaglio sia il mio corpo, sia la mia mente. Ho imparato a non dare importanza alle critiche, a mostrare che voglio davvero essere un grande tennista e che amo questo sport. Mi sforzo molto per fare le cose a modo mio. perché so che, con il mio stile di gioco e la mia personalità in campo, posso ispirare milioni di persone in tutto il mondo. Avere una compagna come Costeen Hatzi mi ha aiutato molto anche ad essere più ordinato nella mia vita quotidiana e ad avere maggiori motivazioni quando scendo in campo”.
Soprattutto, unire il suo grande talento ad una maggiore professionalità lo sta conducendo ad un salto di qualità che in tanti si stavano auspicando ormai da diversi anni. “Ogni sessione di allenamento che ho fatto è stata intensa e positiva, ho avuto un comportamento molto professionale e ho saputo coniugare perfettamente tennis e tempo libero. Amo Washington perché è molto simile a Canberra, la mia città natale: più piccola di grandi metropoli come New York e Atlanta, con un sacco di verde, più tranquilla. Ovviamente, io e la mia compagna avremmo voluto avere più tempo per uscire insieme e scoprire i segreti di questa città, ma mi sono impegnato molto per concentrarmi sul tennis e quest’atteggiamento è stato ripagato con il trofeo”.