La riflessione dell’ex azzurro, in un articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport. Ma limitare l’ingresso ai 19 enni, commenta Claudio Giua su Repubblica, abbasserebbe troppo la qualità della gara…
“Le Next Gen restano un’idea brillante, ma è evidente che andrà modificata verso il basso l’età d’ingresso (penso agli Under 19), perché ormai i ventenni di oggi appartengono a una dimensione decisamente diversa, depotenziando l’appuntamento che così risulterà sempre più impoverito dei giovani più forti” – così Paolo Bertolucci, protagonista della vittoria in Coppa Davis nel 1976, ex numero 12 del mondo ed oggi opinionista televisivo, ha commentato in un articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport, il format e i partecipanti alla quinta edizione delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals.
Alle Finals di Milano non hanno preso parte quest’anno Carlos Alcaraz (qualificato per Torino, ma costretto al forfait), Jannik Sinner (ha rinunciato al torneo) ed Holger Rune (che andrà a Torino come prima riserva).
Un cambio di regolamento, quello consigliato da Bertolucci, che se fosse stato preso in considerazione per il 2022 avrebbe visto scendere in campo: il pesarese Luca Nardi, 19 anni e 3 mesi, come testa di serie numero 1, il cinese Juncheng Shang, 17 anni e 9 mesi, il pisano Francesco Maestrelli, 19 anni e 9 mesi, il francese Luca Van Assche, 18 anni e 6 mesi, il serbo Hamad Medjedovic, 19 anni e 3 mesi, il francese Arthur Fils, 18 anni e 4 mesi, l’americano Zach Svajda, 19 anni e 11 mesi, e il brasiliano Pedro Boscardin Dias, 19 anni e 8 mesi – come riportato dal giornalista Claudio Giua su Repubblica.
“Il ragionamento di Bertolucci prende le mosse dalle defezioni di Alcaraz, classe 2003, di Jannik Sinner, 2001, e di Rune, 2003. I primi due non si sono o non si sarebbero, al netto degli infortuni, iscritti comunque a un torneo che hanno già vinto, mentre il danese, in campo qui lo scorso anno, ha rinunciato all’ultimo minuto preferendo, dopo la clamorosa vittoria parigina ai danni di Djokovic, raggiungere direttamente Torino come prima riserva delle ATP Finals maggiori – replica Giua nel su articolo – Degli attuali primi venti del ranking ATP, quindici hanno avuto a tempo debito l’età per partecipare alla prima edizione delle Next Gen (2017) o a una delle successive tre (2018, 2019 e 2021). Di questi quindici, soltanto due non sono scesi in campo a Milano: Alexander Zverev, classe 1997, che nel 2017 si era qualificato anche per le Tour Finals, allora organizzate a Londra, e Matteo Berrettini, classe 1996, che quell’anno non superò il torneo di qualificazione per soli italiani. Dei tredici Top 20 reduci dal torneo milanese – peraltro vinto da tre di loro (Stefanos Tsitsipas nel 2018, Sinner, 2019, e Alcaraz, 2021) – due hanno poi alzato la coppa di uno slam (Daniil Medvedev e Alcaraz, Us Open 2021 e 2022) e altrettanti si sono presi le Finals maggiori (sempre Medvedev, 2020, e Tsitsipas, 2019). Insomma, grazie ad ATP e FIT dal 2017 abbiamo avuto la possibilità di vedere a Rho Fiera e poi vicino a piazzale Lotto una preview dei tennisti adesso padroni del circuito, compreso Rune che l’anno scorso non fece faville nell’Allianz Cloud. Perché sottrarre la stessa opportunità agli spettatori della città che a partire dal prossimo anno ospiterà le finali delle speranze (il contratto meneghino con l’ATP è in scadenza), visto che è tra i 18 e i 21 anni che un potenziale campione ha le chance per divenirlo davvero?“
Giusto, dunque, lasciare spazio ai più giovani o continuare a dare la possibilità anche agli spettatori dell’Allianz Cloud di poter ammirare giocatori già affermati?