La storia di Giulia Luchetti, la piccola italo-slovacca che gioca nella categoria under 10 femminile del Lemon Bowl

Giulia Luchetti è nata a Bratislava, da padre italiano e madre slovacca. Papà e mamma coltivano la voglia di imparare rispettivamente lo slovacco e l’italiano, si iscrivono ad un sito per imparare le lingue e qualche algoritmo li fa incontrare. Nasce l’amore e nasce Giulia, con lei la passione per il tennis. Giulia possiede il doppio passaporto e quest’anno gioca nella categoria under 10 femminile del Lemon Bowl, il torneo nazionale a partecipazione straniera giunto alla sua 38esima edizione.

Giulia si è presentata così: “Sono nata a Bratislava il 6 agosto 2012. Mio padre mi ha insegnato a parlare l’italiano a 4 anni, gioco a tennis da tre anni e mezzo. Mi alleno con Stefan Cismarovic, all’età di 6 anni ho cominciato a giocare in club. Quando sono arrivata qui in estate sono andata a giocare nell’Accademia Tennis Apuano di Massa. Il mio allenatore si chiama Giovanni Bianchi“.

Poi, ha raccontato l’emozione di partecipare ad un torneo così prestigioso: “All’inizio ero un po’ spaventata all’idea di giocare il Lemon Bowl, ma poi ho preso coraggio, mio padre mi ha aiutata tanto. Ho giocato bene e ora penso di avere anche chance di vincere. I miei colpi preferiti sono il dritto e il rovescio, ma mi piacciono anche servizio e risposta perché con questi colpi si domina il gioco. Mi ispiro a Belinda Bencic, Djokovic, Nadal, Federer e Berrettini.

Italia o Slovacchia? La piccola Giulia non ha dubbi: “L’Italia mi piace più della Slovacchia perché in Italia c’è il mare. Qui c’è più roba da mangiare, c’è il panettone, la Camilla… però anche la Slovacchia è bellissima perché ci sono tante cose buonissime da mangiare anche lì“.

Giulia è ancora molto piccola e non sa cosa può diventare – racconta il coach Giovanni Bianchi, che ha seguito i suoi match in questi giorni – Venti anni di Lemon Bowl mi hanno fatto imparare tanto. Ho capito che bisogna insegnare a questi ragazzi a dare il giusto peso alla vittoria e alla sconfitta e cercare di migliorare in tutti i fondamentali. È difficile che qualcuno entri a far parte della nostra Accademia, perché abbiamo un metodo particolare e farne parte non è semplice. Lavoriamo con consulenti di alto livello, ma l’approccio di Giulia è stato buono e dopo un periodo di prova abbiamo deciso di iniziare questa collaborazione“.

Giulia sembra inoltre già avere le idee chiare sul suo futuro: “Sogno di vincere gli Australian Open perché mi piace il nome“.