Più simile a quello di Federer uno, con più punti di contatto con Gasquet l’altro. Tra Tsitsipas e Musetti ad Acapulco sarà battaglia tra splendidi rovesci a una mano. L’analisi del nostro Danilo Pizzorno
Rovesci a una mano a confronto: ad Acapulco si incontrano Stefanos Tsitsipas e Lorenzo Musetti, due dei giovani che sanno interpretare al meglio il colpo più affascinante del tennis. Proviamo allora ad analizzare da vicino le loro esecuzioni, con l’aiuto di una video-sequenza, per capire in che cosa si differenziano.
La prima cosa che salta agli occhi è che Musetti crea un movimento più circolare, con la mano destra che durante la preparazione sale di più verso le spalle (con il fermo immagine possiamo vedere come in questa fase sia sopra la testa di Lorenzo).
Il movimento di Tsitsipas è invece più lineare, e quando si allunga verso il fondo è più diretto.
In altre parole: Lorenzo crea spazio, per poi togliere tempo, e infatti parte più lontano dalla riga di fondo e si avvicina in un secondo tempo, con un movimento strettamente legato alla sua tecnica, perché con il suo gesto ‘rotondo’ dà più spazio alla palla. Tsitsipas, al contrario, toglie tempo per crearsi lo spazio.
Una dinamica che ho ritrovato nella finale delle Atp Finals dello scorso anno, quando Tsitsipas ha affrontato Dominic Thiem, la cui esecuzione di rovescio è abbastanza simile a quella di Lorenzo: Thiem restava più indietro come posizione nel campo, e il greco gli toglieva spazio.
In prospettiva, il tipo di rovescio di Musetti sarà prevedibilmente più efficace sui campi lenti, quello di Tsitsipas sul veloce; però entrambi possono adattarsi bene a qualsiasi superficie ed essere così esempi di tennisti ‘universali’.
Se vogliamo infine cercare paragoni e ‘parentele’ tecniche, il rovescio di Tsitsipas rimanda di più a Federer, mentre quello di Lorenzo è più vicino a Gasquet, o se vogliamo ad Almagro e ad altri interpreti da terra battuta. Anche come impugnatura – una strong eastern o semi western – si pone infatti come una via di mezzo fra quella di Marco Cecchinato e quelle di Gasquet e Wawrinka.