Dopo aver pagato più di altri eventi le conseguenze dell’emergenza sanitaria, il Monte Carlo Rolex Masters torna alla normalità. L’evento del Principato, frequentatissimo dal pubblico italiano, inaugura la stagione europea sulla terra battuta, con tre grandi assenti (Nadal, Medvedev e Berrettini) ma anche tanti motivi di interesse. Ecco i più stuzzicanti

Djokovic e Alcaraz le stelle

Non c’è Rafael Nadal, assente per la prima volta dal 2004. Non ci sono Daniil Medvedev e nemmeno Matteo Berrettini, entrambi alle prese con la riabilitazione dopo due piccoli interventi chirurgici. Ma il Masters 1000 di Monte Carlo, che da sabato – con il via alle qualificazioni – inaugura la stagione europea sulla terra battuta, ha comunque numerosi motivi di interesse. A partire da un atteso ritorno alla normalità per uno degli eventi più penalizzati in assoluto dall’emergenza sanitaria, con la cancellazione del 2020 e la scorsa edizione giocata interamente a porte chiuse.

LA CURIOSITÀ PER DJOKOVIC

Nei primi tre mesi dell’anno Novak Djokovic ha giocato appena tre partite, tutte a Dubai e senza convincere particolarmente, ma anche per il numero uno del mondo è finalmente giunta l’ora di un pieno ritorno alla normalità. Il Masters 1000 di Monte Carlo sarà il suo primo grande torneo stagionale, e almeno fino a dopo Wimbedon “Nole” potrà giocare praticamente dove e come vorrà. Cosa attenderci? Difficile dirlo. La carenza di match ufficiali potrebbe farsi sentire, così come il feeling non eccezionale del serbo col torneo monegasco, vinto appena due volte (record negativo insieme a Cincinnati). Tuttavia, Djokovic è pur sempre Djokovic, ha preparato il torneo come si deve e non ci sarebbe da stupirsi se tornasse subito al successo. Anche perché nel Principato non dovrà fare i conti coi suoi due rivali più pericolosi.

ALCARAZ COME NADAL?

Sul fatto che Carlos Alcaraz sia pronto a dominare il tennis del futuro non è rimasto alcun dubbio, a nessuno. La top-10 è questione di giorni (gli mancano appena 30 punti) e nulla gli è precluso, ma lo spagnolo è già pronto per vincere con continuità i grandi tornei? Lo scopriremo presto, forse proprio a partire da Monte Carlo, dove nel 2005 un giovane Rafael Nadal vinse il suo primo titolo di spessore. Da lì in poi non si è più fermato: chiuse quella stagione con la bellezza di 11 titoli (suo record personale), e 17 anni dopo non si è ancora stancato di collezionare successi. Alcaraz, invece, il primo titolo che conta l’ha appena vinto a Miami, ma conoscendolo avrà una gran voglia di fare subito il bis. Può riuscirci, ma deve battere Djokovic ai quarti.

IL CREDITO DI SINNER

A Indian Wells a fermarlo sono stati dei problemi intestinali, a Miami le vesciche al piede, e così la trasferta statunitense di Jannik Sinner ha prodotto dei risultati al di sotto delle aspettative. Tuttavia, il campo ha detto che il ventenne azzurro è in buone condizioni, e potrebbe riscuotere nel Principato (o nei tornei successivi sul rosso) il suo credito con la sfortuna, che fra California e Florida gli ha tolto due belle occasioni. Gli è capitato Rublev come possibile avversario agli ottavi, turno del primo incrocio fra le teste di serie. Il russo è arrivato in finale nel 2021, ma poteva andare peggio. Da tenere d’occhio anche Lorenzo Musetti: a Marrakech è tornato a mostrare segnali incoraggianti, e nei palcoscenici più importanti riesce spesso a esaltarsi. Monte Carlo è uno di quelli. Se non si lascia imbrigliare nella follia di Benoit Paire, con Felix Auger-Aliassime, sulla terra, può vincere.

L’OCCASIONE DI RUUD

Fino a qualche mese fa era il top-10 che convinceva meno, perché il suo tennis pareva troppo ancorato alla terra battuta, ma ha impiegato poco a smentire tutti: ha vinto il suo primo titolo sul duro, è arrivato in semifinale alle ATP Finals di Torino e quindi in finale a Miami, salendo al numero 7 del ranking. Tuttavia, la terra resta la sua superficie preferita e il norvegese pare pronto per aggiudicarsi uno dei grandi tornei sul rosso. Nel 2021 è arrivato in semifinale sia a Monte Carlo sia a Madrid (non giocò a Roma), e dodici mesi dopo può fare meglio. Senza Nadal e Medvedev, e con un punto di domanda su Djokovic, la chance c’è. E fino alla semifinale ha un buonissimo tabellone.

TSITSIPAS E GLI ALTRI

Dodici mesi fa nel Principato ha vinto Stefanos Tsitsipas, ma invece che rappresentare la svolta quel titolo è rimasto il punto più alto della carriera del greco, che da allora ha raccolto più delusioni che gioie. In generale, Medvedev a parte, la sua generazione (che comprende anche Zverev, Rublev, Shapovalov) sembra già pronta a cedere il testimone alla successiva, con Alcaraz in pole position e Sinner appena dietro. Per il greco i tornei europei sulla terra sono l’occasione perfetta per dimostrare di aver ancora molto da dare, e lasciarsi finalmente alle spalle la finale persa all’ultimo Roland Garros, che ancora brucia.

IL CALORE DEL PUBBLICO ITALIANO

Il torneo si gioca in territorio francese e porta il nome di Monte Carlo, ma durante certe giornate al Country Club pare proprio di stare in Italia. Data la vicinanza col confine è come se fosse un secondo Masters 1000 italiano, con gli spalti riempiti ogni giorno da una percentuale di nostri connazionali che va dal 30 al 40%. Gli azzurri lo sanno, percepiscono un sostegno che altrove risulta difficile da trovare, e spesso regalano (e si regalano) ottime prestazioni. Non a caso, da Monte Carlo è arrivata la vittoria italiana (al maschile) più importante negli ultimi 40 anni abbondanti: il trionfo di Fabio Fognini nel 2019.

IL FASCINO DI UN TORNEO UNICO

In un circuito che punta sul grande, con strutture in continua espansione, il torneo del Monte Carlo Country Club rappresenta una rara eccezione, che alla quantità predilige la qualità. In parte è dovuto alla conformazione dell’impianto, che obbliga a spazi ristretti e dà poche possibilità di manovra, ma fa parte del fascino di un evento unico, difficile da imitare. Bastano certe inquadrature mozzafiato che si vedono in tv, col mare blu a far da sfondo al Centrale, per dimenticare ogni criticità impiantistica.

IL RITORNO DI STAN WAWRINKA

Vero, in realtà il tennista di Losanna ha già fatto il suo ritorno una decina di giorni fa, giocando il Challenger di Marbella dove ha perso al primo turno, ma nel circuito maggiore manca da oltre un anno, e in un Masters 1000 addirittura dal 2020. Ritrovarlo fa piacere e permette di tornare ad ammirare il miglior rovescio del circuito, con l’augurio di poterlo vedere ancora a lungo. Wawrinka è a Monte Carlo da giorni, si è allenato anche con Djokovic, e non vede l’ora di capire se può ancora dire la sua nel Tour. “Stan The Man” col torneo del Principato ha un buon rapporto: nel 2014 ha vinto al Country Club il suo unico Masters 1000, battendo in finale Roger Federer. Da chi torna a chi lascia: l’evento monegasco sarà una delle ultimissime chance per vincere in azione Jo-Wilfried Tsonga, che si ritirerà dopo il Roland Garros.