Per molti era soltanto uno specialista della terra battuta. Dopo tre stop consecutivi nelle semifinali di un 1000, il norvegese se la vedrà con Alcaraz per il titolo di Miami
Ruud c’è, ma non si vede. Il 23enne di Oslo, meno reclamizzato rispetto ad alcuni colleghi, continua a vincere. Dopo le sconfitte in semifinale a Roma, Montecarlo e Madrid, al Miami Open scocca l’ora della prima finale in un Masters 1000. Da lunedì sarà numero 7 del mondo: non era mai stato così in alto.
“Essere maggiormente abituato a questo genere di situazioni mi ha dato un grande vantaggio oggi”, ha detto Casper Ruud. “All’inizio ho faticato a trovare ritmo, poi sono stato bravo ad eseguire alla perfezione il mio piano tattico. La verità è che mi piacciono molto le condizioni in cui si disputa questo torneo, il campo non è così veloce e si adatta bene alle mie caratteristiche. Onestamente non pensavo di poter raggiungere proprio qui la mia prima finale in un Masters 1000”.
Il fatidico ‘click in Australia, nel 2021’. “Lo scatto mentale che mi ha dato fiducia sui campi veloci c’è stato lo scorso anno agli Australian Open, quando ho raggiunto il quarto turno. In realtà non mi sono mai sentito a disagio su questo genere di superficie, ma quel risultato mi ha dato grande consapevolezza. In seguito mi sono spinto fino ai quarti di finale in molti importanti tornei sul veloce e tutto questo ha cambiato la mia mentalità. Le NITTO Atp Finals, dove sono arrivato in semifinale, hanno contribuito molto alla mia crescita. Ogni volta che entro in campo, adesso, sento di poter fare bene”.
La Florida nel cuore. I nonni di Casper vivevano a Tampa e le occasioni per giocare da queste parti non sono mai mancate. “Venivamo a novembre perché dovevo disputare l’Eddie Herr e l’Orange Bowl, poi trascorrevamo qui le feste di Natale. Di me se ne parla poco? È chiaro che Medvedev, Tsitsipas o Zverev hanno ottenuto risultati migliori dei miei e che resteranno in alto per i prossimi 15 anni. Io voglio solamente far parte di questo gruppo, non mi importa quanto se ne parli. Forse sono meno conosciuto perché vengo da un paese piccolo e senza tradizione tennistica, ma se continuo ad ottenere buoni risultati nei grandi tornei le cose cambieranno presto”.