Il canadese, alla vigilia del debutto nel torneo di Miami, ha parlato dei suoi obiettivi a corto raggio e delle sensazioni provate in Florida
Felix Auger-Aliassime è pronto al definitivo salto di qualità. Archiviato l’incubo delle finali, il canadese ha iniziato ad alzare la voce e a trovare continuità. Ma non basta. Felix vuole vincere ad alto livello e alla vigilia del suo debutto a Miami ha analizzato gli obiettivi e la strada da fare per raggiungerli. “La cosa migliore di tornare a giocare questo torneo è l’energia che c’è qui – ha dichiarato Auger-Aliassime -, è incredibile, è diversa dalle altre settimane. La pace di Miami è contagiosa, noto sempre un’atmosfera molto positiva ogni volta che torno da queste parti, che sia la festa che possiamo trovare in ogni angolo o la gioventù delle persone che vivono in città, anche la musica dei festival è rilassante. Ho ottimi ricordi del Miami Open, anche se non ho ancora vissuto una serata memorabile”.
In Florida per fare bene e andare avanti nel torneo. “La cosa più importante è che finora gli allenamenti stanno andando bene. L’intenzione era quella di passare molto tempo in campo e lo sto facendo, sto ancora lavorando su piccoli dettagli per migliorare, anche se sappiamo quanto sia difficile trovare il tempo per questo nel bel mezzo della stagione. Sento che il mio livello sta migliorando sempre di più, questo fa aumentare la mia fiducia e, di conseguenza, anche le mie possibilità di vincere le partite. Voglio andare avanti il più possibile, sperando di avere una grande settimana con partite pazzesche. Ad esempio, a Indian Wells non ho mai fatto molto bene, ma questa volta sono arrivato ai quarti di finale, quindi affronterò questo torneo con una mentalità molto simile”
Le ambizioni non mancano. “Non è mai facile fare il passo successivo, credo di aver raggiunto sei quarti di finale e una semifinale negli ultimi Masters 1000 che ho giocato, ma non sono riuscito a vincerne nessuno. L’ideale è sempre raggiungere gli ultimi otto posti, ma sappiamo quanto sia complicato a causa della qualità degli altri giocatori. Mi è capitato in diverse occasioni di perdere una partita contro un giocatore che era solo un po’ più bravo di me, come ad esempio con Carlos (Alcaraz) a Indian Wells o Holger (Rune) a Parigi, ma anche con ragazzi con tennisti come Djokovic o Zverev. Questi ragazzi sono i migliori al mondo ed è difficile batterli, quindi vedremo cosa succederà in futuro perché io ho intenzione di provarci”.