Lo spagnolo è il più giovane vincitore della storia del torneo. “Terra o campi veloci? Mi trovo bene su entrambe le superfici”
Carlos Alcaraz scrive la storia. Il nuovo numero 11 del mondo è il primo spagnolo a conquistare il Miami Open, il più giovane di sempre. In conferenza stampa ha analizzato la finale con Casper Ruud e il rapporto viscerale con coach Juan Carlos Ferrero.
“È incredibile aver vinto il titolo qui a Miami – ha dichiarato Alcaraz – davanti ad un pubblico che mi ha sostenuto dall’inizio alla fine. Il duro lavoro è stato ripagato. Un Masters 1000 è un’emozione indescrivibile. Sull’ultimo punto ho pensato a quanto tempo ho sognato questo momento. Quando ero più giovane, sognavo di conquistare un torneo così. Quando sono caduto a terra ho pensato a questo. A tutti i miei sogni, tutti gli allenamenti, tutti i problemi”.
Nadal come modello a 360 gradi. “Avere qualcuno da guardare con grande attenzione è bello. Ammiro Rafa e imparo da lui. È un giocatore incredibile. Ricordo di aver visto i suoi match quando ero bambino. Ho imparato molto da questo. È fantastico poter condividere il campo con lui ora. Sto cercando di fare del mio meglio sia dentro che fuori dal campo per tutti i bambini che seguono le mie partite”.
Tra Alcaraz e coach Juan Carlos Ferrero c’è totale simbiosi. “Mi ha detto che tutti sapevano che era la mia prima finale, ma di provare a pensare che questa era la prima partita del torneo, così da poter controllare i nervi come ho fatto in semifinale. Ha voluto che mi concentrassi sul gioco, senza pensare al resto, godendomi il momento. È una persona molto importante per me, sia professionalmente che dal punto di vista personale. Quando siamo insieme parliamo di tutto. Lo considero un amico oltre che un allenatore. Posso parlare con lui di qualsiasi cosa. Mi aiuta molto in tutti gli aspetti della mia vita”.
La stagione sul rosso è alle porte. “Terra battuta o campi veloci? Posso solo dire che ho due titoli sulla terra e uno sul cemento. Mi sento molto a mio agio su entrambe le superfici”.