Il russo ha detto la sua in occasione del Media Day: dalla pressione di essere il numero all’assenza di Djokovic, Nadal e Federer

Daniil Medvedev ha vinto il suo primo titolo da numero uno del mondo in Messico. Il trofeo di Los Cabos è stato anche il primo di quest’anno, stagione iniziata con la sconfitta nella finale degli Australian Open contro Rafael Nadal. Il russo, che a Cabo San Lucas è rientrato nel circuito dopo aver saltato Wimbledon, ha analizzato diverse questioni in occasione del Media Day a Montreal.

Torneo senza Roger Federer, Novak Djokovic e Rafael Nadal“Se i Big 3 partecipano ad un torneo, sono i favoriti. Allo stesso tempo, per me non fa molta differenza se ci sono o meno perché il mio obiettivo è vincere. Non importa chi affronterò in finale, se un qualificato, un lucky loser o la seconda testa di serie, voglio solo vincere. Ovviamente la sensazione è diversa quando si batte uno dei Big 3, anche se non ho mai sconfitto Federer. Aver superato Nadal e Djokovic è stato speciale, ti dà molta fiducia. Tuttavia, vincere un Masters 1000 è sempre una cosa positiva, non importa contro chi”.

Il rammarico per Wimbledon “Non potevo cambiare la decisione di Wimbledon, devo seguire le regole. Naturalmente volevo giocarci, desidero sempre partecipare ai tornei più importanti e giocare bene. Mi sono preso una pausa dall’ultimo torneo. Ho avuto una buona preparazione per i tornei in vista degli US Open. Mi sento al 100% dal punto di vista fisico e mentale. In questo momento ho un grande livello di fiducia. Per questo sono andato a Los Cabos, volevo vedere a che punto fossi dopo il tour sulla terra battuta e sull’erba. Mi sento bene per i prossimi tornei”.

La lotta per la vetta del ranking“Sono felice di essere il numero uno al mondo, è incredibile. In questi tre tornei (Montreal, Cincinnati e US Open) sono rimasti quattromila punti da conquistare per tutti i giocatori. È il massimo che si può ottenere. Chi farà il maggior numero di punti in questi tre tornei avrà la possibilità di arrivare a Torino e forse di entrare nei primi cinque”.