Gilles Cervara, coach di Daniil Medvedev, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’importanza, per il russo e per se stesso, di questo primo titolo Slam. Cosa significa, per la loro carriera, aver raggiunto questo traguardo?
Gilles Cervara e Daniil Medvedev: un binomio ormai inscindibile nel panorama del tennis mondiale per due persone che hanno trovato, nell’altra, una molla per crescere e sfondare sui più prestigiosi palcoscenici del pianeta. Fondatore dell’Elite Tennis Center, l’ex tennista (mai arrivato a giocare nel circuito maggiore) di Cannes ha conosciuto un ragazzo russo dalle ottime prospettive, diventato suo allievo nel 2017. A quei tempi, il moscovita occupava, più o meno, la settantesima posizione in classifica mondiale e, intrappolato nel suo carattere spesso troppo irascibile, non riusciva più a crescere a livello di rendimento e risultati. Insieme, però, entrambi sono riusciti ad affermarsi a livello mondiale e hanno raggiunto il successo grazie ad un percorso di buona velocità e, soprattutto, costante, senza mai fare passi indietro. Nel 2018 il primo titolo, nel 2019 la top 10 e il primo Masters 1000, nel 2020 le Nitto ATP Finals, nel 2021 gli US Open (e seconda posizione in classifica mondiale). Tutto questo realizzato con grande dedizione e grazie ad un rapporto magico, che ha toccato il suo punto più alto con il trionfo a New York. Il transalpino, tuttavia, ha voluto rassicurare tutti: questo successo è solo l’inizio.
“Voglio utilizzare le stesse parole – spiega Cervara – che ho usato dopo il suo primo trofeo nel circuito ATP e il suo primo successo in un Masters 1000: questa è una tappa. Una tappa dall’importanza maggiore, ovviamente, ma pur sempre una tappa. Con un Grande Slam si entra nel Pantheon di questo sport, ma è quasi ridicolo rispetto ai 20 major di Novak Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer. Va detto, ad onor del vero, che è stata un’emozione indescrivibile. Non ho le parole per esprimerlo, ricordo solo che ho alzato spontaneamente entrambe le braccia e gli occhi al cielo, con un’incredibile sensazione di gioia che mi ha fatto pensare alle immagini di Les Yeux Dans les Bleus di 1998, quando la squadra francese ha vinto la Coppa del Mondo di calcio. Sono cresciuto con queste immagini negli occhi e il loro ricordo ha alimentato la mia ricerca di prestazioni e vittoria. Prossimo obiettivo? Migliorare molto ancora dal punto di vista tecnico, mentale e fisico: vogliamo vincere il più possibile e cercare di farlo insieme“.