Il coach di Martina commenta l’impresa della sua allieva contro Gauff: “Livello molto alto, la palla andava velocissima. Con Sakkari se la gioca”.
“Martina è sempre stata vicina a raggiungere risultati ottimi. Dopo la qualificazione agli Australian Open di quest’anno ha preso consapevolezza, se la può giocare con tutti. Ora è più convinta rispetto a prima, quando su 100 punti ne giocava solo 85 magari”. Così Matteo Catarsi, coach di Martina Trevisan, dopo l’impresa della toscana contro Cori Gauff al Roland Garros. Per la prima volta al terzo turno di uno Slam, la classe ’93 sta disegnando un grande tennis, abbinato a qualità fisiche e mentali progredite soprattutto negli ultimi mesi.
“È stata una partita in cui il livello era parecchio alto – spiega in esclusiva Catarsi sul match di mercoledì sera – la palla andava velocissima. Pochissimi errori, nonostante qualche doppio fallo dell’avversaria. Martina non si è disunita e ha gestito bene tutti i momenti importanti della partita, che è girata su 3-4 punti”.
Coach Matteo individua il punto focale della vittoria: “C’è stato un game in cui ha servito dallo 0-40 e ha rimontato sul 40-40: ha dovuto affrontare una difficile situazione di gioco non facendosi prendere dall’ansia: una palla fuori di cinque centimetri, che l’arbitro non ha chiamato. Quella è stata la chiave della partita”. Sul prossimo turno contro la greca Maria Sakkari: “Non ci ha mai giocato, ma la conosciamo – ammette – Spero che Martina stia bene fisicamente, anche se farà la sesta partita qui a Parigi. Nonostante l’euforia, spero sia in buona condizione. Il momento è buono, è in fiducia, quindi c’è la possibilità di fare una bella partita”.
Chiosa finale sulle condizioni di gioco in Francia. Non sono mancate le critiche ai campi e alle palline, per cui Catarsi ha invece un’opinione differente: “C’è molto freddo, piove quasi tutti i giorni. E’ difficile abituarsi, perché i campi vengono coperti dai teli e poi non appena scoperti si ricomincia subito. Tanto allenamento non si può fare anche per questo. Le temperature vanno dai 9 ai 13 gradi, è molto umido, anche se le palline secondo me sono buone, pur saltando di meno. L’anno scorso favorivano un tipo di gioco, quest’anno un altro. La maggior parte dei giocatori si lamenta, ma ad altri piace. Giocare sul ‘centrale’ (il Philippe Chatrier, ndr) o sugli altri campi è una grande differenza essendoci il tetto“, ha concluso.