Le parole del tennista azzurro giunto in finale al Serbia Open grazie al successo in tre set su Taro Daniel
Matteo Berrettini è in finale al Serbia Open in virtù del successo in semifinale su Taro Daniel. Il giapponese è stato abile a trascinare il romano al deciding set malgrado le enormi difficoltà incontrate nel corso dell’intero match ma nulla poi ha potuto nell’ultima frazione dinanzi a un avversario decisamente superiore. Esattamente due anni dopo, l’azzurro giocherà quest’oggi la quarta finale in carriera sulla terra battuta dopo un periodo non facile. “Nel 2020 non ero nello stato di forma fisico e mentale migliore – sottolinea Matteo -. È vero che quest’anno ho disputato la finale in ATP Cup ma quella era una competizione a squadre, è un’altra cosa. Sono contento di essere arrivato fino a qui e di come il mio corpo stia reagendo questa settimana. Non è mai facile quando rientri da un infortunio”.
Un problema agli addominali, avvertito dal match contro Karen Khachanov agli Australian Open, che ha costretto il romano ha saltare più di un appuntamento e a rimandare il suo rientro. “Non ho mai avuto uno strappo del genere nella mia vita e non sapevo francamente cosa aspettarmi. Dopo tre giorni potevo fare il crunch ma non potevo girarmi. Mentalmente dovevo cercare di andare oltre al dolore ed è stata la parte più difficile. L’idea di servire a 220 km/h come ho fatto oggi fino a un mese fa era follia. Sono felice ora di giocare e di come ho gestito la situazione lavorando col mio team“.
Il prossimo avversario sarà Aslan Karatsev, capace di superare in uno degli incontri più belli dell’anno Novak Djokovic, a casa sua, al Novak Tennis Center. “Quello che sta facendo da inizio anno è incredibile – afferma Berrettini –. Oggi è stata una partita divertente, più andavano avanti più si alzava il livello. Lo rispetto molto come giocatore e anche come persona ovviamente sebbene non lo conosca così bene (ride, ndr). Sarà una grande battaglia, ma sono pronto. Mi sento in fiducia”.