Mats Wilander torna a parlare di Novak Djokovic e della sconfitta subita agli US Open da Daniil Medvedev, il quale gli ha negato la possibilità di completare il Calendar Grand Slam, alla luce anche del trionfo nel Masters 1000 di Parigi-Bercy

Esiste qualcuno o qualcosa in grado di fermare Novak Djokovic in maniera definitiva? No, neanche la sconfitta più dolorosa della sua carriera. Dopo aver conquistato i titoli di Australian Open, Roland Garros e Wimbledon, il serbo si è fermato a mezzo metro da uno storico Calendar Grand Slam, perdendo, nella finale degli US Open, contro uno scatenato Daniil Medvedev. Una sconfitta del genere si pensava che potesse togliere tutto al numero 1 del mondo in termini di energie mentali e i più avevano ottime ragioni per sostenere che Djokovic non si sarebbe ripresentato alla gare prima del 2022.

Ma la tempra di Nole è d’acciaio e, come tante volte accaduto nel corso della sua disumana carriera, il tennista di Belgrado ha avuto bisogno di soltanto un mesetto di pausa, tornando alla gare nel Masters 1000 di Parigi-Bercy e conquistando subito un trofeo, battendo in finale niente meno che il numero 2 del mondo, colui che gli aveva rovinato la festa qualche settimana prima. Questa impressionante dimostrazione di forza, tennistica ma soprattutto mentale e psicologica, ha lasciato esterrefatto Mats Wilander, il quale ha ribadito un concetto che lui sostiene ormai da tanto tempo.

“Nella mia testa si era insinuato il pensiero – ammette l’ex campione svedese – che Novak Djokovic non sarebbe più tornato lo stesso giocatore dopo la finale degli US Open persa contro Daniil Medvedev. Perché è vicino al traguardo dei 35 anni e perché una sconfitta del genere avrebbe distrutto per sempre la mia fiducia, come quella di John McEnroe o quella di Bjorn Borg. Avrebbe distrutto la fiducia di tutti, ma non è riuscito a distruggere quella di Novak Djokovic: è davvero un alieno e lo abbiamo visto al Masters 1000 di Parigi-Bercy, in un trionfo che vale molto più della coppa che ha conquistato. Reagendo in quel modo alla batosta di New York ha dimostrato, ancora una volta, di essere il miglior giocatore di tennis di tutti i tempi“.