La peggior prestazione dell’anno porta Jannik Sinner a schiantarsi contro un’ottima versione di Felix Auger-Aliassime: il canadese si qualifica per i quarti di finale del Masters 1000 di Madrid
Ottavi da incubo per Jannik Sinner, che gioca il suo peggior incontro dell’anno e si schianta su un’ottima versione di Felix Auger-Aliassime, che distrugge il suo rivale con un sonoro 6-1 6-2 e raggiunge i quarti di finale del Masters 1000 di Madrid: è la terza volta in carriera che si spinge così lontano in un torneo di questa categoria, dopo Miami 2019 (vittoria su Borna Coric) e Cincinnati 2021 (sconfitta per mano di Stefanos Tsitsipas). Per il canadese, adesso, si profila una sfida piccante contro Alexander Zverev, con il quale ha vinto in due delle ultime tre sfide, mentre l’italiano non può far altro che leccarsi le ferite di una vera e propria batosta: nelle precedenti 145 partite disputate in carriera nel circuito maggiore, mai aveva subito un punteggio così eloquente.
Sinner è in difficoltà sin dai primi minuti: il numero 12 del mondo è costretto, già nel secondo game, a depennare una palla break con un servizio vincente. Stessa situazione si ripresenta nel quarto gioco, ma stavolta l’esito è ben diverso: Auger-Aliassime, che si trovava in svantaggio 40-15, piazza il break e allunga sul 4-1. Il canadese gioca splendidamente bene e ciò mette davvero alle strette l’altoatesino, che subisce break anche nel sesto game e cede di schianto il set per 6-1, punteggio maturato in 38 minuti di monologo.
Il nativo di San Candido si trova costretto a sudare le proverbiali sette camicie persino nel primo gioco della seconda frazione: il decimo favorito del torneo non concretizza la bellezza di 5 chance per l’1-0 e cede il servizio per la terza volta consecutiva, commettendo ben 7 gratuiti in un game nel quale Auger-Aliassime ne ha dovuti fare soli due in più, cioè 9. Il campione dell’ATP 500 di Rotterdam non sbanda mai, neanche per qualche minuto, costruisce un cospiscuo vantaggio e, continuando a giganteggiare per tutto il match, allarga sempre di più un divario che oggi sembra – e forse è – ancora insanabile: servizi pesanti, dritto chirurgico e carattere d’accaio portano il semifinalista in carica degli US Open ad un 6-1 6-2 senza mai storia.